La mattina del 26 luglio, il corpo del 32enne Alessandro Marcante, di professione operaio, è stato trovato privo di vita nel letto del suo appartamento a Schio, in provincia di Vicenza. È stato suo padre, avvisato da un amico della vittima che non era riuscito a rintracciarlo da due giorni, a fare questa terribile scoperta.

Una prima ricostruzione dei fatti

Alessandro Marcante, da tre settimane circa, viveva da solo nel suo appartamento di via Porta di sotto, situato nel centro storico di Schio, nelle vicinanze del Duomo di San Pietro. Un suo amico si era accorto che qualcosa non andava quando ha provato a contattarlo telefonicamente, senza ottenere alcuna risposta.

Preoccupato, domenica ha allertato suo padre, che a sua volta si è rivolto ai carabinieri e quella stessa mattina sono entrati insieme nell'abitazione di Alessandro, trovandolo senza vita nel suo letto. La procura di Vicenza ha disposto l'autopsia sul corpo dell'uomo per stabilire le cause e l'ora del decesso; i soccorritori giunti sul posto hanno supposto che ad ucciderlo, molte ore prima del ritrovamento, potrebbe essere stato un malore, come un arresto cardiocircolatorio.

La storia di Alessandro

La vittima era il figlio di Margherita Grotto, una 58enne che aveva un tabaccaio in via Rovereto, deceduta nel marzo del 2019 per un brutto male. La tabaccaia era nota in Paese, soprattutto nei quartieri del Sacro Cuore, per la sua solarità e gentilezza.

Alessandro Marcante, invece era da poco occupato come carpentiere nell'azienda Zanon, in cui era benvoluto e stimato da tutti, e i suoi parenti hanno raccontato di quanto fosse contento di aver intrapreso quell'attività. Ma questa felicità è durata poco: una morte improvvisa quella di Alessandro, ancora inaccettabile agli occhi di coloro che lo conoscevano ed erano legati a lui.

Una vicenda analoga

La storia del 32enne vicentino è simile a quella del ragazzo di 18 anni, Mattia da Ros di Castello Roganzulo di San Fior (Treviso), deceduto nel suo letto durante un riposino pomeridiano, nel pomeriggio di sabato 27 giugno. Sua sorella Asia, entrata in camera sua per svegliarlo, si era preoccupata perché Mattia non rispondeva agli stimoli ed aveva gridato aiuto, allertando i genitori.

Gli stessi avevano subito provato a rianimarlo e a chiamare i soccorsi, che giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso del ragazzo. Dall'autopsia effettuata il 30 giugno era venuto fuori che il 18enne aveva perso la vita per un'aritmia cardiaca: il suo cuore aveva smesso di battere; condizione che potrebbe avere anche delle origini genetiche.