Matteo Bassetti torna a parlare di Coronavirus. Lo fai ai microfoni di Radio Radio. Ancora una volta torna ad esprimere quella che è la sua posizione peculiare sul coronavirus. La sua idea sul Sars-Cov2 non è negazionista, ma semplicemente meno allarmista di quanti a suo avviso fanno terrorismo mediatico. L'infettivologo del San Martino di Genova, infatti, si basa su numeri che oggi raccontano di contagi che generano un grande numero di asintomatici e che, pertanto, rendono lontana la situazione dall'essere paragonabile a quella drammatica di marzo ed aprile.

Nel corso del suo intervento, tra l'altro, non ha mancato di punzecchiare chi, a suo avvsio, parla senza competenze.

Bassetti contro l'ipotesi di non riaprire le scuole

Matteo Bassetti non è certo une negazionista. Il suo invito a rispettare le regole finalizzate a evitare il contagio è sempre vivo. "È bene - ha detto evitare di assembrarsi e usare la mascherina in alcuni contesti". Quello che, però, non gli va giù è il modo in cui si veicolano le informazioni. Ad esempio, non gli piace il fatto che si provi ad inculcare nella gente informazioni che inducono quasi al catastrofismo in caso di mancato rispetto delle norme. "Dovrebbe - ha specificato - essere una comunicazione più pacata e più tranquilla, dove si educa il popolo e non si vessa".

"Dal seguito che ho- - rivela - non come medico, mi pare che sono tanti pensarla come me".

Bassetti, ad esempio, non vuole in alcun modo analizzare l'ipotesi che non si possa riavviare la macchina dell'istruzione in ragione del nuovo incremento dei contagi. "Non possono - ha detto - non riaprire la scuola. È un'ipotesi che non prendo neanche in considerazione.

Sarebbe un atto anti-democratico, contro i nostri ragazzi e l'istruzione". "Un Paese che non è in grado in sei mesi di trovare una soluzione per riaprire le scuole - ha puntualizzato - è un Paese che non ha senso di esistere".

Coronavirus: Bassetti contro chi fa allarmismo sui giovani

L'infettivologo mostra una certa riluttanza verso l'idea che, in questa fase, ci si confronti con un sensibile abbassamento dell'età media dei nuovi infetti.

"Anche questa comunicazione - ha evidenziato - - è sbagliata. Un conto è l'età dei contagiati, che nel 95% dei casi asintomatici. Di questi: chi è che viaggia e che fa grigliate? Un conto è l'età dei malati, quelli che vanno ancora in ospedale". "Ne ho tre al San Martino - ha rivelato - e hanno 67 anni di età media. Attenzione a fare quest'informazione".

Nei giorni scorsi era stato rivelato che in Puglia ci fossero dei giovani in terapia intensiva. Secondo Matteo Bassetti questa non è una novità portata dal Covid. "Ad agosto, a settembre e ottobre, le polmoniti nei giovani - ha rivelato - ci sono sempre state. Solo per chi non le aveva mai curate e viste prima gli sembra strano che in rianimazione ci siano dei giovani intubati.

Mi sono specializzato in Malattie Infettive nel 1999 ed è 21 anni che, in terapia intensiva, qualcuno, anche giovane, con la polmonite c'è".

"Mi stupisco - ha chiosato - ed è per questo che parlo di miracolati del Covid.Ho paura che ci sia una serie di persone che non avessero nessuna competenza infettivologica fino a marzo 2020 e di colpo siano diventati esperti".