Matteo Bassetti torna a parlare di Coronavirus. Lo fa in un'intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, ripresa dal diretto interessato sul proprio profilo Facebook. L'infettivologo del San Martino di Genoa ha toccato vari temi riguardanti la Covid, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi a livello internazionale. Ha fatto, infatti, rumore la notizia che racconta di come la Francia sembra ormai orientata a dimezzare la quarantena prevista da quindici a sette giorni.
Bollettino coronavirus in Francia apparentemente grave
Un'evoluzione che sembra quasi un controsenso rispetto al numero dei positivi rintracciati oltre le Alpi.
Nei giorni scorsi si è arrivati a sfiorare i 10.000. Secondo Bassetti, però, c'è da prendere in considerazione il fatto che i numeri hanno poca rilevanza se non analizzati all'interno di contesto. Il numero dei casi fa sicuramente impressione, soprattutto se si conidera il fatto che numeri molto meno allarmanti in alcuni casi destano preoccupazione in Italia. Occorre, però, prendere in considerazione,secondo B assetti, il fatto che la percentuale di positivi rispetto ai tamponi effettuati è solo del 2,5%. Questo porta il medico ad una considerazione eloquente: "Se lo possono permettere".
Matteo Bassetti ha spesso lodato la sanità italiana per il modo in cui ha fronteggiato il coronavirus quando lo tsunami ha travolto le strutture sanitarie.
Allo stesso modo sottolinea quanto oggi le capacità dell'Italia di fronteggiare il problema abbiano raggiunto alti livelli. Non si tira, però, indietro dal raccontare come all'estero alcune cose si stiano evolvendo, a suo avviso, in maniera più funzionale.
Coronaivrus: Francia, patria di Louis Pasteur
Il medico ricorda come la Francia sotto il profilo delle Malattie Infettive ha poco da imparare, basti pensare al fatto che è la patria di Louis Pasteur.
"Quello che fanno - evidenzia Bassetti - andrebbe condiviso. In Italia ancor di più se non si vuole correre il rischio di tanti piccoli lockdown. Dal punto di vista economico non ci si riprende più".
Bassetti invita ad ascoltare chi studia la Covid
Tuttavia, l'infettivologo evidenzia come un provvedimento del genere si riferisce essenzialmente agli asintomatici.
Quelli che, secondo il medico del San Martino di Genoa, dopo cinque giorni hanno carica bassissima e se dopo sette giorni escono con la mascherina genererebbero ben pochi fastidi. Anche perché il concetto da tenere ben presente è quello relativo al fatto che essere positivo asintomatico è ben diverso dall'essere malato. "Sono due mondi diversi" puntualizza. Il coronavirus in questi mesi ha dato adito a fenomeni spiacevoli come ad esempio la ricerca di categorie o soggetti destinati ad essere etichettati come untori. Secondo Bassetti si tratta della conseguenza del fatto che tutti parlano di Covid. "Non mi stupirei di trovarmi di fronte ad una sollevazione, se l'Italia decidesse di ridurre i giorni di quarantena"
Uno scenario che, in un certo senso, potrebbe essere considerato l'effetto di un'altra delle battaglie condotte dall'infettivologo nelle ultime settimane.
Una è il costante terrorismo mediatico che bersaglia l'opinione pubblica, l'altra è che, a suo avviso, troppo spesso su pulpiti importanti e seguiti ci sono a pontificare persone che non avrebbero competenza adeguata per parlare dei temi che trattano.
E riguardo all'eventuale ribellione all'accorciamento della quarantena, Bassetti è chiaro: "Sarebbe un errore, impariamo ad ascoltare chi sa, chi studia e chi osserva il virus. Il resto è spettacolo".