"Possiamo escludere che Viviana Parisi e Gioele siano stati aggrediti da persone o animali". Ad affermarlo, alla luce dei risultati delle ultime perizie, è il procuratore di Patti Angelo Cavallo. Il caso di Cronaca Nera, però, è tutt'altro che risolto. Al momento, infatti, è impossibile stabile con certezza cosa sia accaduto nei boschi di Caronia (Messina) il 3 agosto scorso. La dee-jay 43enne di origine torinese, prima di togliersi la vita, potrebbe anche aver ucciso, soffocandolo, il suo bimbo di 4 anni. Il marito della donna, Daniele Mondello, però ha sempre rigettato con forza questa tesi.

Viviana e Gioele non sono stati aggrediti

Costretto in isolamento per il Covid-19, il procuratore capo Angelo Cavallo, dopo aver a lungo studiato gli atti del "giallo di Caronia", ha deciso di rompere il silenzio e di parlare finalmente di ipotesi. Il pm, alla luce delle relazioni inviategli dai diversi consulenti che stanno cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto nei boschi intorno all'autostrada Messina-Palermo, ha dichiarato che Viviana e il figlio Gioele non sono morti a causa di un'aggressione.

La morte della giovane mamma, nonostante i dubbi avanzati dai legali del marito Daniele, risulta compatibile con il volo dal traliccio. Per quanto riguarda le cause che hanno portato al decesso Gioele, però, sarà più difficile trarre conclusioni precise.

Tuttavia, si attende la deposizione di tutte le consulenze. Solo così si potrà avere un quadro più chiaro della vicenda.

Viviana si sarebbe tolta la vita

Il 3 agosto scorso, Viviana e il figlioletto lasciarono la loro abitazione di Venetico (Messina) e, dopo un incidente, fecero perdere le loro tracce. Il corpo della 43enne venne rinvenuto l'8 agosto, ai piedi di un traliccio dell'alta tensione; il piccolo Gioele, invece, fu trovato senza vita da un volontario, 11 giorni più tardi, a circa 400 metri di distanza, tra i rovi.

Sebbene, come ha evidenziato lo stesso procuratore capo di Patti. le consulenze e gli accertamenti siano ancora in corso, ci sono concreti elementi per credere che Viviana Parisi si sia tolta la vita. L'autopsia, supportata dallo studio della cinetica ha infatti evidenziato ferite e lesioni compatibili con una caduta dall’alto.

"La donna - ha spiegato Cavallo - non presenta segni di morsi di animali né lesioni riconducibili a colpi inferti da terze persone".

Viviana potrebbe aver soffocato Gioele

Stabilire le cause del decesso di Gioele, ad oggi, è decisamente più complicato. Del piccolo, infatti, sono stati trovati solo dei resti scheletrici. Dalla Tac eseguita dal medico legale non sarebbero emersi traumi importanti. "Possiamo solo procedere per esclusione - ha sottolineato il procuratore di Patti - e provare ad arrivare ad un’ipotesi prevalente sulle altre". Informazioni utili potrebbero giungere dai periti incaricati di studiare la dinamica dell’incidente nella galleria Pizzo Turda. Sarebbe importante, ad esempio, comprendere cosa è accaduto all'interno dell'auto di Viviana Parisi e sapere se il bambino ha battuto la testa.

Secondo quanto riferito da alcuni testimoni oculari, la 43enne dopo lo schianto avrebbe preso in braccio il figlioletto, sveglio, e si sarebbe addentrata nei boschi di Caronia. "Gli abiti del ragazzino - ha precisato il procuratore Cavallo - erano puliti e nell'auto non c'erano tracce di sangue". Difficile, dunque, che il piccolo si sia ferito mortalmente in macchina.

In questi mesi, investigatori e consulenti, hanno avanzato diverse teorie. Una delle più accreditate vede Gioele perdere i sensi e mamma Viviana, disperata, arrivare a compiere un gesto estremo. "Non si può prescindere considerando il grave quadro psicologico in cui versava la donna", ha continuato il procuratore. "Potrebbe averlo soffocato? - ha concluso Cavallo - Ci sta, ma non lo sapremo mai con certezza".