Un nuovo lockdown in Italia? La sola domanda potrebbe far irretire quanti, in questi mesi, hanno patito a livello sociale ed economico il peso delle restrizioni. Arrivati, però, a quella che in gergo viene definita fase di "plateau" dell'epidemia avanza l'opinione di alcuni esperti (virologi, epidemiologi, infettivologi o comunque tecnici della materia) che ritengono che per abbattere la curva serva un lockdown vero e proprio. Un qualcosa che, per intendersi, potrebbe ricordare per durezza quanto visto durante la scorsa primavera o, con un pizzico di realismo, una sorta di zona rossa nazionale come quelle viste durante le feste.

Un modo per rendere più decisa la discesa della curva, dei contagi, dei ricoveri delle terapie intensive. Un obiettivo a cui si aggiungerebbe, evidentemente, un deciso freno al possibile sviluppo delle nuove varianti.

Lockdown in Italia: funzionerebbe più delle zone secondo gli esperti

A pochi giorni dal momento in cui nuove ordinanze potrebbero portare gran parte del territorio italiano in zona gialla, dunque con il minimo livello delle restrizioni, fanno rumore le dichiarazioni rilasciate da Francesco Forastiere all'Adnkronos Salute. Secondo l'epidemiologo, professore e direttore scientifico della rivista 'Epidemiologia e prevenzione': "Osserviamo quello che è accaduto nella prima fase nella scorsa primavera, solo un lockdown totale può far scendere i casi in modo radicale e completo".

Un pensiero che accompagna all'evidenza numerica secondo cui le uniche zone che riescono a far segnare una decisa frenata per l'epidemia sono quelle rosse. "Le zone gialle - ha evidenziato - hanno mostrato una discesa molto disomogenea e per le regioni in arancione, il colore attuale di molte regioni, il declino di casi è stato modesto".

Covid, l'Italia secondo gli esperti dovrebbe pensare ad un lockdown

L'idea di Forastiere è, perciò, che si immagini una serrrata totale anche di durata limitata ma che, di fatto, traghetti verso un periodo dove il ripristino della capacità di tracciamento potrebbe forse diventare il presupposto per riaperture più decise e meno intermittenti.

"Occorre - ha aggiunto - un lockdown più deciso, programmato, magari che duri un mese - avverte Forastiere - si tratta di un sacrificio indispensabile per poter riprendere in modo sistematico il tracciamento dei contatti".

A fare da cornice, come lo stesso scienziato ha evidenziato, c'è il fatto che ci si avvia dove resta vivo il potenziale problema della mescolanza tra il Covid e l'influenza (al momento molto limitata) con tutte le problematiche che ne deriverebbero, la situazione ben più problematica dei paesi introno e il rischio che si sviluppino varianti "più contagiose e letali".

Coronavirus, il lockdown necessario o sarà 'stillicidio' secondo Ricciardi

Si tratta di un parere che, di fatto, trova piena concordanza nell'opinione di Walter Ricciardi.

L'idea ribadita nei giorni scorsi ai microfoni di Radio Popolare ha dato l'idea di credere che evitare misure drastiche per un periodo limitato sia molto peggio che affidarsi a un qualcosa di intermedio nel lungo periodo. "Sarà - ha detto - un lungo stillicidio dal punto di vista sanitario che dal punto di vista economico. È un'evidenza scientifica chiara, dispiace che la stragrande maggioranza dei governi europei non lo capiscano".

"Ci vorrebbe - ha precisato - un lockdown vero di tre o quattro settimane per riportare la circolazione al di sotto delle soglie di tracciamento e poi riprendere a tracciare".

E l'esempio della primavera scorsa racconta come una chiusura totale, così come le zone rosse di questi mesi, corrispondano a reali decrescite della curva.

La criticità vera sarebbe la capacità di sostenere dal punto di vista economico ciò che potrebbe accadere nel momento in cui si dovesse nuovamente convivere con un periodo, anche se limitato, in cui la produttività sarebbe ferma al palo o quasi. La discussione è perciò candidata a restare aperta.