Il vaccino è lo strumento più potente nella lotta contro il Coronavirus. L'auspicio degli scienziati è che, entro il 2021, la più grande vaccinazione di massa della storia dell'umanità possa scrivere la parola "fine". Da diversi giorni ormai la distribuzione e la somministrazione stanno procedendo anche in Italia.
Il primo ad essere arrivato, come è noto, è stato quello Pfizer Biotench. Questo è, però, il momento in cui occorre chiarire alcune vicende che potrebbero essere strumentalizzate da quanti mirano ad alimentare teorie complottiste o finalizzate a mettere in discussione la grande speranza per l'umanità.
Risultano, perciò, significative le parole di uno scienziato come Massimo Galli. L'infettivologo del Sacco di Milano ha spiegato come, al momento, si debba tenere conto che il vaccino abbia un'efficacia del 95%. Un numero che non equivale alla totalità dei vaccinati e che potrebbe portare a far si che anche parte di loro possa ammalarsi. Il dato da mettere in rilievo è che, eventualmente, chi dovesse contrarre l'infezione svilupperebbe sintomi da Covid meno gravi e sensibilmente lontani dai gradi più severi della patologia. Galli ha anche specificato, ai microfoni di Tgcom24.it, perché, ad oggi, si possa parlare solo di effetti collaterali lievi per chi viene sottoposto al "vaccino".
Vaccino Pfizer, il parere scientifico di Galli
Affinché si possa parlare di protezione dal Covid è necessario che vengano ricevute entrambe le dosi previste dal processo di immunizzazione. "Ciò non toglie - ha precisato Galli - che in qualche caso isolato la malattia si possa manifestare anche in persone completamente vaccinate, anche se da quello che si è visto sono rari i casi di malattia severa".
Coronavirus, Galli chiarisce alcuni punti
Galli ha comunque spiegato come i primi dati raccontino che già dopo quattordici giorni dalla somministrazione della prima dose si stiano registrando numeri positivi rispetto all'incidenza della Covid. Secondo il medico però la vera protezione si raggiunge solo qualche giorno dopo aver ricevuto la seconda dose, ricordando come ogni vaccino richiede tempi di risposta che può variare in base all'organismo che lo riceve ed anche al tipo di prodotto che viene somministrato.
Il fatto che la percentuale di protezione non sia indicata al 100% anticipa l'ipotesi che ci possano essere infezioni anche su persone che hanno completato l'iter. "Dovrebbero - ha specificato Galli - essere pochissimi". Ad oggi i dati parlano di nove persone su ventunomila tra quelli testati da Pfizer. "Solo uno di loro - ha precisato Galli - ha manifestato una malattia severa".
Covid, Galli parla dei casi di infezioni dei vaccinati degli ultimi giorni
Negli ultimi giorni sono rimbalzate notizie secondo cui persone vaccinate avrebbero contratto l'infezione. L'infettivologo ha messo in rilievo come si sia trattato di soggetti che erano già positivi prima di essere sottoposti a vaccinazione e lo erano inconsapevolmente.
Circostanza favorita dal fatto che, in questa fase, a ricevere il vaccino sono soprattutto lavoratori impegnati in ambito sanitario come medici ed infermieri. A parer di Galli, in questo caso, il vaccino potrebbe comunque aiutare la risposta immune e a mitigare i possibili effetti patologici dell'infezione.
Effetti collaterali vaccino, l'infettivologo spiega cosa si è verificato fino al momento
L'altro punto particolarmente spinoso è quello relativo ai possibili "effetti collaterali" del vaccino. Galli ha liquidato la questione come "poca cosa". "Curiosamente - ha rivelato il medico - sono stati di più i giovani a lamentarsene". Stessa lamentela sarebbe arrivata dalle classi anagrafiche più "verdi" riguardo a sintomi di stanchezza.
"Molti di meno - ha evidenziato - hanno parlato di mal di testa, brividi e pochi hanno lamentato qualche linea di febbre". "Effetti - ha concluso Galli - complessivamente lievi, presenti anche in chi ha ricevuto il placebo. La tensione psicologica credo abbia fatto la sua parte".