“I benefici superano i rischi”, in caso di somministrazione del vaccino di Janssen, controllata di Johnson&Johnson, contro il Covid-19: con una nota ufficiale, l’Ema conferma il proprio parere positivo sull’utilizzo del ritrovato.
L’Agenzia europea del farmaco ha esaminato i casi che hanno portato le autorità sanitarie degli Stati Uniti a sospendere in via temporanea l’impiego del siero Janssen, dopo la la segnalazione di otto casi di trombosi cerebrale, su un totale di circa sette milioni di dosi già distribuite. La conclusione è stata che, pur riconoscendo una “possibile” relazione di causa-effetto con il vaccino, si tratta di eventi “molto rari” di trombosi, legati ai bassi livelli di piastrine presenti nel sangue.
Quindi, al termine di una riunione che si è svolta nelle scorse ore, il comitato per la sicurezza dell’oganismo europeo ha disposto che il siero potrà essere utilizzato, aggiungendo alle informazioni che lo accompagnano un’avvertenza sulla possibilità che possano formarsi coaguli di sangue in caso di piastrine basse; inoltre questi eventi dovrebbero essere citati tra gli effetti collaterali molto rari provocati dal ritrovato.
I sintomi a cui prestare attenzione, nelle tre settimane dopo il vaccino
Secondo quanto osservato dagli esperti dell’Ema, i rari casi di trombosi sono molto simili a quelli osservati per il siero prodotto da AstraZeneca, Vaxzevria: in particolare, hanno colpito persone – specialmente donne – di età inferiore ai 60 anni, nelle tre settimane successive alla vaccinazione con il siero di Janssen.
Tuttavia, in base alle prove disponibili al momento, non è possibile comnfrmare fattori di rischio specifici, essendo gli eventi così rari.
Ema ha invitato a chiedere l’intervento medico urgente nel caso si presentino – nelle tre settimane dopo aver ricevuto il vaccino – sintomi come delle piccole macchie di sangue sotto la pelle, dove non è stata effettuata l’iniezione, dolore al petto o all’addome, gonfiore alle gambe, fiato corto, vista offuscata o un forte mal di testa.
Adesso il vaccino Janssen potrà essere utilizzato anche in Italia
Il via libera dell’Ema è un’ottima notizia per gli Stati dell’Unione Europea, che nei prossimi giorni potranno utilizzare anche il vaccino monodose di Jensen, accelerando ulteriormente la campagna per preservare le fasce d’età più a rischio e raggiungere al più presto l’immunità di gregge contro il Coronavirus.
Per quanto riguarda l’Italia, il commissario straordinario Figliuolo ha reso noto che le 184mila dosi del vaccino Janssen stoccate presso il deposito di Pratica di Mare già da domani 21 aprile potranno essere assegnate alle regioni.
Dopo i casi negli Stati Uniti, il produttore ha sospeso la distribuzione del vaccino
Con l’ok dell’Ema si conclude quindi la diatriba sul vaccino ideato dalla controllata di Johnson&Johnson iniziata quando, lo scorso 13 aprile, le autorità degli Stati Uniti hanno annunciato di interrompere la somministrazione del siero in via temporanea, dopo la segnalazione di alcuni casi di trombosi, che avevano colpito donne di un’età compresa tra i 18 e i 48 anni.
In pratica gli esperti hanno riscontrato, in media dopo nove giorni dalla vaccinazione, eventi simili a quelli osservati con il ritrovato di AstraZeneca.
La decisione, presa in via precauzionale negli Usa, ha spinto i produttori a rinviare la distribuzione del vaccino in Europa, anche se i primi quantitativi erano già stati consegnati pure in Italia. Quindi anche l’Ema ha deciso di effettuare nuovi approfondimenti, indagando sui casi segnalati negli Stati Uniti, in stretto contatto con la Food and Drug Administration. Nelle ultime ore è dunque arrivata la conferma che, anche per il vaccino di Janssen, i benefici nella prevenzione del Covid-19 sono molto maggiori dei rischi dovuti a possibili effetti collaterali, quindi davvero rari.