La scrittrice toscana Dacia Maraini, durante la puntata di Dimartedì andata in onda il 20 aprile, ha parlato del video pubblicato da Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro ritenendolo esempio di una "vecchia abitudine al familismo". Ospite del talk show condotto da Giovanni Floris, Maraini punta il dito contro il fondatore del M5S per aver detto che la presunta vittima della violenza fosse consenziente. Secondo la scrittrice, infatti, “lo stupro è una rapina e non si può essere consenzienti a uno stupro”. Dunque, aggiunge, che “bisogna credere a quello che dice la donna”.

Posizione che suscita la reazione di Pietro Senaldi. Secondo il direttore del quotidiano Libero, sarà il processo a decidere la colpevolezza o l'innocenza di Grillo, perché: “Se non c’è stato stupro, accusare uno che ha stuprato è denigrarlo”. La scrittrice toscana fa però notare al giornalista di non aver mai negato la possibilità di un processo per i colpevoli, e sorridendo risponde a Senaldi: "Ma non è quello l'argomento".

Dacia Maraini commenta il video di Grillo a Dimartedì

Giovanni Floris domanda alla sua ospite se la reazione di Beppe Grillo mostrata nel video postato su internet sia un “sintomo culturale o l’episodio di un padre che difende un figlio”. La scrittrice non ha dubbi. “Purtroppo più che un sintomo culturale è una vecchia abitudine italiana al familismo.

Cioè la famiglia conta più della società, degli altri, ed è una cosa triste”, questa l’opinione di Dacia Maraini. Ma la “cosa più triste di tutte”, aggiunge, “è il fatto che l’argomento che torna sempre è quello che lei era d’accordo”.

Maraini: ‘Lo stupro è una rapina’

Maraini domanda retorica: “Se una donna viene rapinata, qualcuno può dirle che era consenziente alla rapina?

Beh lo stupro è una rapina e non si può essere consenzienti a uno stupro. Però in tutti i processi per stupro l’unico argomento che viene tirato fuori è sempre quello che lei era consenziente”. Secondo lei, dunque, è su questo punto che “bisogna lavorare” perché “non esiste un consenso alla forzatura sessuale e alla violenza.

E bisogna anche credere a quello che dice la donna senza cercare di denigrarla. Perché il principio è quello". sottolinea Maraini che aggiunge: "É per quello che le donne non denunciano, perché sanno che saranno denigrate, sanno che avranno tutti contro”.

Le proteste di Senaldi: ‘I fatti vanno accertati’

A quel punto il conduttore di Dimartedì dà la parola a Pietro Senaldi. Il direttore di Libero protesta perché “i fatti vanno accertati. Se non c’è stato stupro, accusare uno che ha stuprato è denigrarlo”. Maraini ricorda: “Quattro uomini, quattro ragazzi contro una ragazza”. Senaldi allora ribatte dicendo che “non si può dire che in un processo per stupro uno non può dire che (la presunta vittima) era consenziente.

Bisognerà dimostrarlo ma c’è il diritto alla difesa anche nel processo per stupro”, a quel punto la scrittrice sorride: "Ma non è quello l'argomento".

Nota di correzione 21/04/2021: L'articolo è stato aggiornato in quanto una versione precedente non riportava nella sua interezza le parole di Dacia Maraini, facendo passare l'intervento della scrittrice - incentrato sulla cosiddetta "cultura dello stupro" - per un attacco giustizialista a Ciro Grillo.