Massimo Galli frena decisamente sulle riaperture annunciate da Mario Draghi. Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo nella serata di venerdì 16 aprile, l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano commenta le dichiarazioni del premier sul fatto che riaprire il 26 aprile sia un "rischio calcolato", parlando invece di "rischio calcolato male". Poi, incalzato dalla conduttrice, Galli si dice "sconsolato" nel sentire tecnici e politici affermare che il Coronavirus all'aperto non sia contagioso.

Massimo Galli sulle riaperture: 'Rischio calcolato male'

Lilli Gruber cita la notizia del giorno, la decisione del governo Draghi di dare il via alle riaperture da lunedì 26 aprile.

Un "rischio calcolato e ragionato" e dati sulla diffusione del coronavirus in miglioramento, ripete le parole del premier la conduttrice prima di dare la parola al suo ospite chiedendogli se si tratti davvero di un "rischio calcolato".

La replica di Massimo Galli è secca. "Calcolato male" sentenzia il medico ricordando che attualmente ci sono "500mila casi di infezione in atto" segnalati in Italia che, a conti fatti, sono almeno il "doppio". Galli aggiunge che alla fine del lockdown del maggio scorso "ce ne erano meno di 100mila". Il confronto con la Gran Bretagna, che ha vaccinato tutte le persone anziane prima di riaprire, è impietoso secondo Galli.

L'infettivologo è 'sconsolato'

"La vedo disperato", così Lilli Gruber commenta la posizione pessimista appena espressa dal suo ospite.

Più che disperato, Massimo Galli si dice "sconsolato" e ricorda "l'anno scorso tutta la storia del virus che all'aperto non avrebbe concluso più nulla". Ebbene, chiosa, "siamo andati da settembre in poi alla seconda ondata". Gruber gli domanda allora se i suoi colleghi membri del Cts sbaglino. Galli si schermisce affermando di non conoscere l'opinione dei suoi colleghi.

Ma la sua opinione "è diversa in merito, purtroppo".

Galli: 'Non sarò mai il piacione di turno'

Anche lui confessa che sarebbe "felicissimo delle riaperture domani, neanche il 26". Ma il suo timore è che il "messaggio" lanciato dal governo con le riaperture fa prevedere un aumento dei casi di contagio, come del resto già accaduto più volte nei mesi passati.

"Se avessi torto, sarei assolutamente lieto di averlo", questa la speranza di Galli che, però, crede sia suo dovere avvertire sui rischi. "Piacere alla gente è maledettamente comodo, non sarò mai il piacione di turno nell'andare a dire che in una situazione come questa si può andare a prevedere una situazione tranquilla e liscia", conclude il professore responsabile del reparto di Malattie infettive dell'ospedale milanese.