Tradita da chi l'avrebbe dovuta proteggere: la sua famiglia. Saman Abbas sarebbe stata consegnata dai genitori a uno zio che l'avrebbe uccisa. La 18enne di origini pakistane è svanita nel nulla da un mese tra le campagne di Novellara, borgo agricolo a una ventina di chilometri di Reggio Emilia, dove abitava. La sua 'colpa' sarebbe stata quella di aver rifiutato le nozze combinate, e di volere autodeterminarsi scegliendo per sé come e con chi vivere. La tesi della Procura di Reggio Emilia sarebbe stata confermata dal fratello di Saman.
Saman Abbas, un video inchioderebbe la famiglia
C'è un nuovo video in mano alla Procura che inchioderebbe i genitori di Saman: il padre Shabbar, 46enne, e la madre Nazia Shaheen, 47enne. Le immagini sono quelle registrate da una telecamera di sorveglianza di un'azienda agricola di Novellara. I fotogrammi risalgono allo scorso 30 aprile e mostrano Saman Abbas camminare verso i campi con i genitori i quali, poi, fanno ritorno al casolare dove abita la famiglia da soli. Per gli inquirenti, quelle immagini avrebbero mostrato gli ultimi momenti di vita della ragazza. Sarebbe stata consegnata con l'inganno a uno zio 33enne, Danish Hasnain, che l'avrebbe uccisa per poi nascondere il corpo, forse in un pozzo o in una porcilaia.
Da un mese, i carabinieri esplorano campi e canali. Oggi sono riprese le ricerche con il supporto dei cani molecolari delle unità cinofile. Il fratello 16enne di Saman, che ora si trova in un centro protetto nel bolognese, già indagato per violenza privata in un procedimento penale dell'ottobre scorso, ha divieto d'espatrio.
Avrebbe raccontato che sua sorella sarebbe morta per mano dei familiari. La pm Laura Galli ha richiesto l'incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del 16enne. L'audizione protetta del minore è fondamentale: è l'unico della famiglia ad avere detto che la ragazza sarebbe stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan.
L’anno scorso, Saman era scappata di casa. In seguito era tornata, ma si era rivolta ai Servizi Sociali in cerca di aiuto. Era stata accolta in un centro protetto nel bolognese, ma l’11 aprile scorso era scomparsa: secondo le ricostruzioni, sarebbe ritornata a casa, a Novellara.
Il padre, 'Mia figlia è in Belgio e sta bene'
Dal 1 maggio, si sono perse le tracce di tutta la famiglia. Il padre non si è recato nell'azienda agricola dove lavorava insieme ad altri parenti anche loro svaniti, e non ha ritirato la busta paga. L'unico rintracciato nella cascina dai carabinieri è stato il 16enne. Si è appurati che i genitori di Saman hanno preso un volo e sono tornati in Pakistan. Saverio Migliari, giornalista de Il Restro del Carlino, ha raggiunto telefonicamente il padre di Saman: ha riferito che la figlia sarebbe andata in Belgio, come aveva già fatto nell'estate 2020, e starebbe bene.
Non sa quando la figlia intenda tornare. Di sé, invece, ha detto che sarà di ritorno in Italia il 10 giugno.
Nel registro degli indagati della pm Laura Galli, sono iscritte al momento cinque persone: i genitori, lo zio e due cugini. Uno dei due, il 28enne Ikram Ijaz, è stato fermato in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna, e sarà interrogato probabilmente domani. I cinque familiari sono accusati di omicidio e occultamento del corpo della 18enne. Un primo filmato, datato 29 aprile, già visionato e acquisito dai carabinieri, mostra tre persone dirigersi verso i campi con una pala: avrebbero preparato una fossa in cui seppellire la ragazza. Il delitto sarebbe stato premeditato. Il volto del cugino 28enne Ikram Ijaz, sarebbe chiaramente riconoscibile.
La testimonianza di un'amica di Saman
Il programma Fuori dal Coro ha fornito la testimonianza esclusiva di un’amica di Saman che potrebbe essere di rilevante interesse investigativo. Saman sarebbe stata fidanzata da un anno con un ragazzo pachistano di Roma, e per questo motivo sarebbe scappata dalla comunità che la ospitava. Avrebbe voluto andare in Francia con lui per iniziare una nuova vita. Sarebbe stata terrorizzata dal padre e sarebbe scappata di casa per paura che la uccidesse. All'amica, avrebbe anche riferito di essere stata picchiata dal padre.
Sulla vicenda, l'Unione delle Comunità islamiche d'Italia ha preso posizione. Ha annunciato sul proprio sito che, in accordo con l'Associazione Islamica degli Imam e delle Guide Religiose, emetterà una fatwa, ovvero un pronunciamento di condanna contro i matrimoni forzati e l'altrettanto tribale usanza dell'infibulazione femminile. In conclusione, un monito: "Allo stesso tempo rigettiamo qualsiasi speculazione politica di questa triste vicenda che mira d infangare l'intera comunità islamica italiana".