Ad Ardea ieri, 30 settembre, c'è stato molto fermento. I carabinieri sono tornati nella frazione di Tor San Lorenzo dove abitava Graziella Bartolotta, la pensionata invalida di 68 anni trovata dalla badante con il cranio fracassato nel bagno di casa il pomeriggio del 28 settembre. Il figlio Fabrizio Rocchi che abita al primo piano della villetta di via del Pettirosso, unico indagato con l'accusa di aver ucciso sua madre, nuovamente interrogato, ha continuato a negare ogni addebito. Non è in stato di fermo: non è stato emesso nei suoi confronti alcun provvedimento.

Intanto, i risultati dell'autopsia giunti oggi, hanno confermato quello che fin dal primo momento è stato il convincimento degli inquirenti: non si è trattato di un incidente domestico ma di un delitto.

Ardea, viavai di forze dell'ordine e curiosi

Ieri, ci sono stati due momenti significativi per le indagini. Il primo, in mattinata, quando si è saputo ufficialmente che Fabrizio Rocchi era stato iscritto nel registro degli indagati: un atto dovuto per interrogarlo e approfondire perlustrazioni nella casa della madre uccisa. All'uomo, che di professione fa il giardiniere, i militari hanno sequestrato il cellulare e il furgone che usa per lavoro. Ieri mattina Rocchi risultava non reperibile: si è poi appurato che aveva noleggiato un'auto, e i militari hanno poi sentito la titolare del noleggio.

Per i carabinieri, avrebbe cercato di depistare le indagini, forse avrebbe tentato di occultare qualcosa.

Alle 15:30, tra un viavai di curiosi, l'arrivo dei carabinieri ad Ardea in via del Pettirosso, per portare Rocchi alla caserma di Anzio. Nel frattempo, l'uomo si era rasato i capelli facendo emergere dei graffi sulla fronte.

Già nei giorni scorsi si era giustificato dicendo che se li sarebbe fatti curando aiuole di rose. Ha scelto di indossare una maglietta nera con la scritta: "Sei il figlio migliore, Mamma". In caserma ha dovuto attendere alcune ore l'arrivo del pm di Velletri, Antonio Bufano, che con i militari lo ha interrogato per almeno tre ore.

Alle 19, alcuni carabinieri sono usciti dalla caserma e con la squadra rilevi giunta da Roma hanno passato al setaccio la casa di Graziella Bartolotta con il luminol, evidentemente cercando tracce di sangue non rilevabili, nella convinzione che qualcuno possa aver pulito gli ambienti. Nella notte, Rocchi è stato portato a casa. Ancora oggi, c'è stato un nuovo sopralluogo nella casa della mamma.

Ardea, gli inquirenti avrebbero certezze sull'arma

L'autopsia, eseguita stamattina all’ospedale Tor Vergata, avrebbe individuato una sola ferita alla testa, forse quella mortale, e il tipo di arma utilizzata, dettaglio cruciale sul quale gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. L’orario del delitto è stato fissato nella mattinata di martedì 28 settembre.

Una telecamera di un vicino di casa che fa il poliziotto, ha ripreso un'unica persona entrare e uscire alle 8:45 di martedì dalla casa di Graziella: il figlio. "Mi hanno ripreso le telecamere ma non l'ho uccisa io", ha detto Rocchi. E ha poi ribadito ciò che va dicendo ai giornalisti da due giorni: "L'ho curata per 40 anni, se poi mi devo fare trent'anni me li faccio".

Per lui si sarebbe trattata di una caduta accidentale: l'autopsia ha dimostrato che non è stato così. Rocchi, inizialmente, non aveva escluso una rapina. Si può ipotizzare che qualcuno abbia potuto introdursi in casa da una finestra eludendo la telecamera di sorveglianza. Ma l'abitazione perquisita dai carabinieri sembrava in ordine, non c'era alcun segno di effrazione e niente era stato preso, neanche i soldi che Graziella custodiva in un cassetto.

La pensionata, una donna alta, piena di vita, conosciuta da tutti in zona, ha avuto un tracollo due anni fa dopo un problema all'anca. Non più autosufficiente, era seguita da un'assistente sociale e da una badante, prendeva molte medicine e spesso trascorreva le giornate a letto. Per muoversi in casa o andare in bagno, usava il girello, trovato invece distante dal corpo.

Ardea, la moglie difende Rocchi

È stata sentita dal magistrato anche la moglie di Rocchi, Matilde Bianca. La donna, arrivata nella caserma di Anzio intorno alle 22 di ieri, ha difeso a spada tratta il marito, sostenendo che la suocera sarebbe morta dopo aver sbattuto la testa allo spigolo del lavandino del bagno.

La suocera sarebbe caduta decine di volte.

Lei e il figlio tre anni fa l'avrebbero salvata da una caduta rovinosa. Graziella Bartolotta si sarebbe lamentata spesso di avere giramenti di testa e un tremore alle gambe. "Mi sento come se stessi in un film che ho visto l'altra sera che parlava di un innocente. Oltre alla tragedia della morte della madre, la tragedia di mio marito che ha 49 anni e si occupa di lei da quando aveva 12 anni, è che viene accusato", ha detto Bianca all'inviato de La Vita in diretta.