Al via a Palermo l’udienza del processo a Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio per aver impedito nel 2019 l’attracco a Lampedusa della nave dell’ong Open Arms con a bordo 147 migranti soccorsi in mare. L’accusa è rappresentata dal procuratore di Palermo Lo Voi, dall’aggiunto Sabella e dai pm Ferrara e Righi. Per il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, questa giornata rappresenta un: "Segnale di giustizia". Oltre all’interrogatorio del leader del Carroccio, la Procura tiene in considerazione 26 testimoni, tra cui l’ex premier Conte, e la presa visione di 59 documenti.
Per la difesa, nella persona dell’avvocato Giulia Bongiorno: "L’Italia non era competente ad assegnare il porto sicuro". Fuori dall’aula bunker manifestazione di protesta di Our Voice.
Negli atti dell’accusa ci sarebbe la prova del reato di sequestro di persona, tra i documenti anche la corrispondenza tra Conte e Salvini
I pm hanno chiesto al Tribunale presieduto da Roberto Murgia l’audizione di Salvini e una serie di atti da rinvenire anche nel processo di Catania, tra cui quelli riguardanti le dichiarazioni del ministro Lamorgese, dell’ex premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Di Maio. Secondo l’accusa negli atti ci sarebbe la prova che l’azione di Salvini dell’agosto 2019, volta a bloccare la nave dell’ong Open Arms, configurerebbe sequestro di persona.
Il leader della Lega è accusato anche di omissione di atti d’ufficio. Tra i documenti richiesti ci sono le comunicazioni intercorse tra le autorità coinvolte, il decreto ministeriale che sancì il divieto di ingresso dell’Open Arms, gli atti della Procura dei Minori sulla presenza dei minorenni a bordo e i certificati medici sullo stato dei migranti nel periodo dal 15 al 20 agosto.
I PM hanno chiesto anche l’ammissione di altri atti, quali la decisione del Tar che annullava il divieto di sbarco, i verbali della Polizia Scientifica sulle condizioni dei migranti a bordo, la sentenza di assoluzione del comandante dell’Open Arms emessa dal Gup di Siracusa, la decisione del Comitato Onu e la corrispondenza tra Conte e Salvini.
Per la difesa ‘C’era una linea di governo’ sul tema, la parte civile chiede deposizione di Richard Gere
La difesa rappresentata dall’avvocato Bongiorno ha affermato che "L’Italia non era competente ad assegnare il porto sicuro" e che a commettere violazioni sarebbe stata piuttosto l’Open Arms. Secondo il legale, il diario di bordo dell’ong e altri atti dimostrerebbero che "C’era una linea di governo su questi temi".
Infatti, aggiunge, "Anche il ministro dell’Interno Lamorgese ha fatto attendere 10 giorni per l’assegnazione di un porto sicuro". Ha dichiarato inoltre di non opporsi alle richieste dei pm e della parte civile. Quest’ultima ha tra l’altro citato a deporre l’attore Richard Gere che salì a bordo della nave il 9 agosto.
Camps, ‘l’individuazione di un porto sicuro è atto umanitario’. Fuori dall’aula proteste di Our Voice
Per Oscar Camps, fondatore di Open Arms "Essere oggi qui serve a ottenere un segnale di giustizia". Camps ha poi chiosato "Salvare persone non è un delitto, ma un obbligo per capitani e Stati" definendo l’individuazione di un porto sicuro e l’agevolazione di tale operazione ‘un atto umanitario’ che non ha nulla a che fare con la situazione Politica. Fuori dall’aula, intanto, una manifestazione dei giovani di Our Voice.