Per far chiarezza sulla morte di Paolo Calissano (54 anni) la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto per poter effettuare l'autopsia sul corpo dell'attore e conduttore genovese, trovato senza vita nella serata di giovedì 30 dicembre nel suo appartamento alla Balduina, quartiere di Roma a due passi dalla Città del Vaticano. Non si esclude che Calissano, uno dei volti più amati della soap "Vivere", possa essersi tolto la vita forse con un mix di farmaci.

Paolo Calissano forse morto da più giorni

Il corpo di Paolo Calissano sarebbe stato trovato poco prima delle 22 di giovedì 30 dicembre dopo l'allarme lanciato dalla sua compagna che non riusciva a mettersi in contatto.

Secondo i primi accertamenti svolti dal medico legale, però, l'attore nato a Genova sarebbe deceduto da almeno due giorni.

Al momento non ci sono certezze, ma sembra che l'attore possa essere stato ucciso da un mix letale di psicofarmaci (utilizzati per trattare la depressione). I carabinieri del comando stazione "Medaglie D'Oro", coordinati dal maggiore Alberto Pinto, incaricati di svolgere i primi rilievi, infatti, ne avrebbero trovato diversi flaconi in camera da letto e in altre parti della casa. Da quanto si apprende I magistrati capitolini che stanno seguendo il caso di cronaca stanno indagando a 360 gradi e sebbene non escludano a priori il gesto volontario, hanno deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo.

Solo l'autopsia però, in programma venerdì 31 dicembre al Policlinico Gemelli di Roma, permetterà di rispondere ai tanti interrogativi relativi alla morte dell'attore genovese.

Paolo Calissano tra fiction e cronaca nera

Paolo Calissano, figlio della nobile Mercedes Galeotti de' Teasti dei conti di Mantova e di un ex ufficiale dell'Aeronautica militare, si era laureato in economia alla Boston University.

Negli Stati Uniti aveva seguito anche alcuni corsi di recitazione che gli aprirono le porte del mondo dello spettacolo. Dopo alcune pubblicità e comparse in tv, divenne famoso sul finire degli anni '90 grazie alla serie tv Mediaset "La dottoressa Giò" e alla soap opera "Vivere".

Nel 2005, però, la carriera di Calissano subì una pesante e irrimediabile battuta d'arresto.

Il 25 settembre di quell'anno, infatti, la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra morì in seguito a un'overdose di cocaina nella casa di Genova dell'attore. Arrestato con l'accusa di aver ceduto droga alla donna, il "Guido Mandelli" della fiction "Vento di ponente", venne condannato a quattro anni di reclusione che ha scontato presso la Comunità per tossicodipendenti "Fermata d'Autobus" di Trofarello (Torino).