A 10 anni dalla scomparsa di Roberta Ragusa, mamma 44enne, il giudice Elsa Iadaresta, del tribunale di Pisa, è intervenuta alla trasmissione "Chi l'ha visto?" - che ha sempre seguito il caso di Cronaca Nera - e si è detta certa della colpevolezza di Antonio Logli, marito della donna. "Abbiamo condannato sicuramente il colpevole", ha dichiarato sottolineando di essere dispiaciuta per i figli della coppia, ma di aver restituito giustizia alla vittima.

'Chi l'ha visto?' è tornato sul caso di Roberta Ragusa

Mercoledì 19 gennaio Federica Sciarelli ha dedicato ampio spazio al caso di Roberta Ragusa, la giovane mamma scomparsa misteriosamente nel nulla il 13 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme (Pisa).

Il suo corpo non è mai stato trovato, ma per la giustizia la donna sarebbe stata uccisa dal marito Antonio Logli.

Davanti alle telecamere di "Chi l'ha visto?", per la prima volta, ha parlato il giudice Elsa Iadaresta che il 21 dicembre 2016 ha condannato, con rito abbreviato, Logli a vent'anni di carcere per omicidio e distruzione di cadavere. L'uomo, tutt'ora detenuto nella casa circondariale di Massa Carrara, si è sempre detto innocente e non esclude che la moglie possa essersi allontanata volontariamente.

"Tutto quello che potevamo fare – ha osservato – è stato fatto sia prima che dopo". Poi, facendo riferimento anche alla conferma avvenuta in Cassazione nel luglio 2019, ha sottolineato che la condanna è avvenuta oltre ogni ragionevole dubbio.

"Siamo certi di aver condannato il colpevole" ha quindi affermato. "Se tornassi indietro - ha poi concluso - rifarei passo per passo tutto quanto quello che ho fatto, con tutte le virgole e le conclusioni che ho scritto in sentenza".

Il pensiero per i figli di Roberta Ragusa

Il giudice del tribunale di Pisa pronunciandosi sul caso di Roberta Ragusa ha emesso una condanna anche senza il corpo.

"Si può e si deve decidere - ha spiegato - anche senza il cadavere: abbiam interrotto il sillogismo nessun corpo, nessuna prova e nessun omicidio".

Il giudice Iadaresta ha ammesso che è stato difficile prendere una decisione in quanto intorno al caso c'era una fortissima pressione isolata. "Mi sono isolata - ha ricordato - e ho giudicato Antonio Logli basandomi sugli atti che, in maniera legittima, facevano parte del fascicolo processuale".

"Su di me - ha poi ammesso - ho avvertito sempre una cappa di sentimenti umani che, come donna, mi hanno impensierito, ma non come magistrato. E, alla fine son uscita da questa vicenda con il cuore pesante per i figli". Daniele e Alessia, quando la loro mamma è scomparsa nel nulla erano ancora piccoli e, come ha sottolineato il magistrato, con la sentenza di condanna, si son visti togliere l’ultimo baluardo familiare. "Questo peso - ha affermato - lo sento ancora, in quanto posso comprendere quanto hanno sofferto e quanto ancora soffrono".