"Non c'entro nulla, non credo al suicidio". A parlare ai microfoni di Rai News è Sebastiano Visintin, il marito 72enne di Liliana Resinovich, l'ex dipendente 63enne della Regione Friuli Venezia Giulia scomparsa da Trieste lo scorso 14 dicembre. L'autopsia, in programma lunedì 10 gennaio, confermerà se il corpo ritrovato mercoledì 5 gennaio nei pressi dell'ospedale psichiatrico del rione San Giovanni sia davvero il suo, come la procura presume. Del caso di Cronaca Nera si sta interessando anche la trasmissione di Rai 3 "Chi l'ha visto?".

Il marito di Liliana: 'Avevamo un rapporto perfetto'

Sebastiano Visintin, fotografo in pensione, nelle scorse ore è tornato a parlare ai cronisti per scacciare i sospetti che lo vogliono implicato nella misteriosa scomparsa della moglie Liliana. "Non ho niente a che vedere con quello che sta succedendo", ha dichiarato. Poi, sottolineando che per la loro unione venivano invidiati ha puntualizzato: "Avevamo un rapporto perfetto". "Gli amici - ha proseguito - mi dicono che non ci possono credere e io stesso non riesco a crederci".

L'uomo, che nelle scorse settimane ha partecipato a diverse trasmissioni tv, ha parlato anche di Claudio Sterpin, ex podista 82enne che avrebbe avuto un'affettuosa amicizia con la 63enne.

"Aveva una relazione che nessuno sapeva e a detta dell'uomo durava da 4 mesi" ha affermato. "Nessuno lo sapeva - ha ribadito Visintin - neanche il fratello, con il quale aveva un rapporto stretto. Questo mi fa strano".

Sterpin, nei giorni scorsi, aveva dichiarato di essere molto legato a Liliana ed aveva riferito che la donna non era felice con il marito e, addirittura lo manteneva.

"A casa - ha dichiarato - pagava tutto lei".

Attesa per l'autopsia sul corpo di Liliana

La certezza assoluta che il corpo rinvenuto in un'area boschiva di via Weiss, non lontano dall'ex Opp di Trieste, sia di Liliana Resinovich. Solo l'esame autoptico di lunedì confermerà l'identità della donna e le circostanze del decesso. Il cadavere, scoperto in posizione fetale dagli agenti della Questura, aveva due sacchetti di nylon da cucina in testa, stretti alla gola.

Proprio su questi sacchetti, da quanto trapelato, si starebbero concentrando gli inquirenti.

Sebastiano Visintin, sempre a Rai News, ha dichiarato: "Si parla di suicidio, ma io non posso crederci: amava la vita". "Spero che gli investigatori - ha concluso - trovino risposte nei suoi cellulari che sono rimasti a casa".

Al momento, come precisato anche dal capo della procura triestina Antonio De Nicolo l'ipotesi più accreditata è quella del soffocamento, ma qualsiasi pista è aperta, compreso il gesto estremo volontario, in quanto sul corpo non sarebbe stato riscontrato alcun segno evidente di violenza.