Ha un nome la donna uccisa e smembrata, infilata in sacchi dell'immondizia e gettata in un dirupo a Borno, in Valcamonica, provincia di Brescia. Si tratta di Carol Maltesi, italo-olandese 26enne, mamma di un bambino di sei anni, ex commessa e web star col nome di Charlotte Angie. Ha confessato l'omicida, Davide Fontana, 43enne impiegato di banca nel milanese, food&travel blogger, ex suo vicino di casa a Rescaldina, alle porte di Milano, con cui aveva avuto una relazione.

Undici tatuaggi 'parlanti' e un'inchiesta giornalistica

La vicenda inizia il 20 marzo.

Quella domenica, un residente della frazione montanara di Paline di Borno, segnala ai carabinieri la presenza in una discarica a cielo aperto di sacchi dell'immondizia sospetti: da uno di essi affiora una mano di donna con unghie smaltate di viola. Si scopre che i sacchi contengono un corpo smembrato con precisione chirurgica in 15 pezzi. L'indagine parte da zero: la vittima è senza volto, perché sfigurato, e senza identità. Ma quei brandelli di corpo 'parlano' grazie a 11 tatuaggi che chi ha dato ai resti martoriati non è riuscito a cancellare.

Procura di Brescia e carabinieri pubblicano l'elenco dei tatuaggi e lanciano un appello: se qualcuno li riconosce si metta in contatto con le forze dell'ordine.

Al sito giornalistico locale BS News arriva la segnalazione di un lettore che nota corrispondenze tra i tatuaggi elencati e quelli esibiti da Carol-Charlotte in foto pubblicate su pagine social e siti erotici dove si mostra senza veli definendosi modella e performer. Grazie a un'attività di inchiesta giornalistica, la redazione risale al nome e al cellulare della 26enne.

Ad Andrea Tortelli, direttore della testata, che scrive a quel numero per chiedere se sia lei la donna dei tatuaggi, qualcuno risponde: "Io sto benissimo fortunatamente". Quando Tortelli chiede di inviargli un breve messaggio audio per sincerarsi che sia davvero lei, non riceve nessuna risposta. E si rivolge ai carabinieri.

Brescia, da teste a reo confesso

Sembrerebbe la trama del più terrificante dei thriller, ma è tutto reale. La svolta arriva ieri sera quando, intorno alle 22 e 30, Davide Fontana si presenta ai militari della compagnia di Breno, in provincia di Brescia, che a quel punto hanno già ricomposto il puzzle. Fontana denuncia la scomparsa dell'amica Carol Maltesi. Mentre si ipotizza che il corpo smembrato sia di una influencer, gli inquirenti lo hanno già identificato e sanno molte cose a proposito dell'insospettabile impiegato di banca che come food blogger vanta 13mila follower. Una in particolare lo inchioda: il 20 marzo, guidando l'auto della vittima, è transitato a Borno, posto fuori mano che conosce avendolo frequentato durante le vacanze.

Incalzato dagli inquirenti, sottoposto a una serie di contestazioni, il teste si tramuta in reo confesso e nella notte alle 4 e 30, la pm Lorena Ghibaudo emette un fermo per omicidio volontario pluriaggravato, distruzione e occultamento di corpo. "Ho avuto un raptus", dice Fontana nel corso della confessione parlando di un gioco erotico finito male e di aver preso a martellate Carol, come a cercare di alleggerire la sua posizione. Trasferito nel carcere di Brescia, è in attesa della convalida del fermo. La vittima e l'assassino abitavano nella stessa piccola corte, nella cascina di Rescaldina. Lui confessa di aver comprato un congelatore e di averlo posizionato nella casa di lei: all'interno, ha tenuto i resti a lungo, per poi scaricarli il 20 marzo nel dirupo in montagna.

Ha usato il telefono della vittima fingendosi lei

Ha nascosto l'omicidio per oltre due mesi, in tutti i modi: ha continuato a pagare l'affitto di casa della vittima e ha usato il telefono di Carol Maltesi quando era già morta, fingendosi lei, per mandare messaggi alla mamma di lei e all'ex compagno con cui vive il figlio, gli unici che preoccupati l'avrebbero cercata. Non avrebbe destato molti sospetti la scomparsa della 26enne perché viaggiava spesso. L'assassino ha utilizzato il telefono della vittima cercando di accreditare l'idea che la 26enne avesse deciso di assentarsi per un po'.

Carol, cresciuta a Sesto Calende, in provincia di Varese, era poi approdata a Milano dove aveva lavorato come commessa prima di aprire un un profilo su un sito che ora risulta inattivo, e avvicinarsi al mondo dei film per adulti.

Si fidava di Davide: lui aveva le sue chiavi di casa, la accompagnava a fare colloqui di lavoro e le faceva foto. Era attesa al Luxy Club di Milano per il Luky Erotik Festival che si è svolto dall'11 al 13 marzo. Nella cascina nessuno si capacita: "Non li ho mai sentiti litigare. Lui l'ho visto fino a domenica mattina, l'ho visto passare con la busta delle spese, sempre molto tranquillo", la testimonianza di una vicina.