Potrebbe essere di una web influencer lombarda il corpo sezionato contenuto in quattro sacchi, trovato lo scorso 20 marzo in una scarpata a Paline di Borno, frazione montana in Valle Camonica, al confine le province di Brescia e Bergamo. Dalla segnalazione di una testata online arriva uno spunto investigativo, forse risolutivo nell'inchiesta in corso per omicidio e occultamento di corpo, aperta dalla Procura di Brescia.
Brescia, indagini partite da zero
Tra i resti del corpo di una donna contenuti in quattro buste dell'immondizia, recuperati due domeniche fa in una discarica a cielo aperto lungo la Provinciale 5 a Borno, vi era una mano con unghie curate, laccate di viola e con glitter.
Partite da zero le indagini agli Spedali Civili di Brescia, il medico legale Nicoletta Cerri ha tentato attraverso esami autoptici di restituire un'identità a quei resti. Gli accertamenti hanno stabilito che la vittima, di età tra i 30 e i 50 anni, alta non più di un metro e sessanta, minuta, carnagione chiara e capelli scuri, sezionata, sarebbe stata conservata in un congelatore e che l'omicida avrebbe cercato di sfigurarle il volto con il fuoco.
Gli esami del Dna non hanno portato a nessuna possibile identificazione con persone segnalate perché scomparse, e comunque nella zona non c'è stata alcuna denuncia di scomparsa riconducibile al caso. Procura e carabinieri hanno lanciato appelli e diffuso un elenco degli 11 tatuaggi trovati sul corpo della donna.
A quel punto, una testata online locale ha fatto l'ipotesi che possa trattarsi di una influencer, lombarda ma non bresciana, scomparsa da un po', dopo la segnalazione di alcuni lettori che avrebbero notato una straordinaria coincidenza tra alcuni dei tatuaggi rilevati dal medico legale e quelli della star del web. Anche altezza e peso sembrerebbero corrispondere con quelli della donna nella scarpata.
Il direttore della testata, Andrea Tortelli, ha fatto ricerche approfondite e le ha riferite in dettaglio ai carabinieri che lo hanno sentito nelle scorse ore. Tortelli aveva provato a contattare l'influencer, ma ha scoperto che i suoi profili social, anche quelli privati, non sarebbero aggiornati da quasi un mese. Nel più stretto riserbo, sono in corso verifiche da parte degli inquirenti e sarebbero state sentite due persone amiche della star del web.
Brescia, il mistero dei tatuaggi
I follower avrebbero segnalato che degli 11 tatuaggi indicati dagli inquirenti, sette corrisponderebbero a quelli che avrebbe l'influencer: la scritta "wanderlust" sulla clavicola destra, "be brave" sul gomito sinistro, "fly" sul polso destro, "step by step" sulla caviglia destra. E ancora: disegni sulle dita delle mani, una porzione di una citazione di Audrey Hepburn sulla schiena, e un motivo maculato su un gluteo. Altri due tatuaggi, invece, non presenterebbero corrispondenze evidenti. Gli investigatori hanno trovato, infatti, una "V" sua una coscia e e una "VV" rovesciata sull’altra.
Altri tatuaggi possono essere stati cancellati dall'omicida che ha staccato la testa, dato fuoco al volto rendendolo irriconoscibile, forse per evitare che si potesse arrivare a individuare la vittima.
Si presume che l'omicidio sia stato commesso diverso tempo prima della data del ritrovamento dei resti e che siano stati scongelati prima di essere abbandonati come immondizia in quel punto.
Un paese sconvolto, l'ipotesi del criminologo
A dare l'allarme, la mattina del 20 marzo, è stato un residente di Borno in pensione, Fausto Fedrighi, di 60 anni. "Ho buttato l'occhio e ho visto che nella scarpata c'erano dei sacchi, mi è venuto d'istinto di aprirne uno, ho visto che era una mano e basta". Era sporca di terra, ma di sangue l'uomo non ne ha visto. "Poi ho chiamato i carabinieri, mi hanno detto di fare silenzio e di non dire niente", il racconto del pensionato. L'uomo ha spiegato che il punto è una ex discarica dove gente di passaggio continua a buttare un po' di tutto e i paesani vanno a fare sopralluoghi per tutelare il bene comune.
Sono increduli e sconvolti i 70 residenti della frazione di montagna. In memoria della vittima senza nome, nella chiesetta locale è stata fatta celebrare una messa. "Sicuramente non è uno di qua, è qualcuno che viene da fuori", ha detto il pensionato.
"Il posto è sperduto. Deve essere conosciuto. Non si passa di lì per caso. Se non si tratta di un abitante della zona, è qualcuno che ha soggiornato in quelle parti per turismo o lavoro", ipotizza il criminologo Massimiliano Frassi, collaboratore di Scotland Yard. Frassi ha provato a tracciare il profilo psicologico dell'omicida: potrebbe trattarsi di femminicidio, perché il colpevole potrebbe aver ucciso non accettando la fine di una relazione.