Quello di Jesper Skibby è un nome che risuonerà familiare agli appassionati di Ciclismo che non sono più ragazzini. Danese, classe ’64, è stato un grande protagonista delle corse tra la metà degli anni ottanta e tutta la decade successiva. Skibby è legato anche a un episodio celebre e drammatico, avvenuto al Giro delle Fiandre del 1987. Mentre era in testa alla corsa, fu buttato a terra dalla macchina della direzione di corsa che passò sopra alla sua bicicletta. Dopo la fine della sua carriera, l’ex corridore danese, ha passato un periodo davvero buio, che ha raccontato ad un programma della Tv belga VRT, “Vive le Velo, Vive la Ronde”.

L’incidente sul Koppenberg

In vista del Giro delle Fiandre, che si correrà domenica 3 aprile, la tv belga ha ricordato un episodio tanto famoso quando clamoroso, avvenuto sul muro del Koppenberg nell’edizione del 1987. In testa alla corsa c’era il danese Jesper Skibby, corridore abituato ad andare sempre all’attacco. “Avevo fatto 200 km e ho visto incombere il Koppenberg. Ho pensato: ma cos’è quello, non si può salire lassù! Era così ripido che non riuscivo più a pedalare” ha ricordato Skibby nella lunga intervista a “Vive le Velo, Vive la Ronde”.

Il Koppenberg era uno dei punti più difficili del percorso del Giro delle Fiandre, un muro con la strada stretta e il pavè sconnesso, con pendenze sul 20%.

La pedalata del corridore danese si fece sempre più affannosa e pesante, fin quasi a bloccarsi. La macchina della direzione di corsa, probabilmente preoccupata per la rimonta del gruppo inseguitore, non si fece troppi problemi a buttarlo per terra per farsi spazio e proseguire, passando anche sopra alla bici dello sfortunato corridore danese.

“Quell’auto della direzione di corsa ha distrutto la mia bicicletta. L’anno successivo il Koppenberg fu tolto dal percorso del Fiandre e in realtà ho pensato che fosse un peccato” ha ricordato Jesper Skibby.

Le immagini del clamoroso incidente del Koppenberg fecero il giro del mondo, e paradossalmente questo episodio sfortunato fece diventare Skibby una celebrità.

Jesper Skibby, la caduta alla Tirreno e l’abuso di farmaci

Jesper Skibby ha raccontato anche un altro episodio ancora più drammatico della sua carriera, una rovinosa caduta durante una volata di gruppo alla Tirreno Adriatico del 1993. “Ho avuto una frattura al cranio e un’emorragia interna. A causa di quella caduta ho avuto l’epilessia, per la quale assumo ancora dei farmaci. Ma alla fine sono comunque riuscito a vincere una tappa del Tour de France in quello stesso anno”, ha raccontato l’ex corridore danese, che ha rivelato come il ricorso ai farmaci e ai prodotti dopanti lo abbiano portato ad una discesa verso l’inferno.

Dopo l’incidente alla Tirreno, Skibby è diventato schiavo del valium. “Avevo già iniziato a doparmi e questo ti rende più attivo.

Ho pensato di prendere due sonniferi insieme al valium. Poi sono diventati due valium e due sonniferi, quindi tre e tre”, ha raccontato Skibby.

La situazione è precipitata dopo il termine della carriera nel ciclismo professionistico, nel 2000. “Improvvisamente non sei niente, come un buco nero, valium, alcool…”, ha continuato l’ex corridore, che ha vissuto il punto più drammatico della sua vicenda alla vigilia del Capodanno del 2002. “Ho preso un pacchetto di antidolorifici e molta vodka. Ho pensato: ora morirò. Invece mi sono svegliato” ha raccontato Skibby, che è stato tratto in salvo dalla famiglia.

“Mia moglie è arrivata al mio capezzale e mi ha dato un ultimatum: o le pillole o me e Elizabeth (la figlia)” ha ricordato l’ex corridore, che da allora è riuscito a rimettere ordine nella sua vita. “Ora sta andando bene, ma so che non c’è bisogno di molto per finire nuovamente fuori strada”, ha ammonito Skibby.