L'atteso processo contro Benno Neumair è iniziato ieri, 4 marzo, davanti alla Corte d'Assise di Bolzano. L'insegnante di matematica 31enne, reo confesso del duplice omicidio dei suoi genitori, Laura e Peter Neumair avvenuto il 4 gennaio 2021, rischia l'ergastolo.

Secondo la sorella Madè, il giovane non sarebbe pentito e quando ha ucciso i genitori non sarebbe stato malato.

Benno in aula

Una volta in aula, Benno più volte ha cercato lo sguardo della sorella, seduta dietro di lui, che però ha evitato di guardarlo. La Corte, presieduta dal giudice Carlo Busato e composta dal giudice a latere Ivan Perathoner e da sei giurati, tutte donne, ha respinta la richiesta di rito abbreviato presentata dai difensori.

Al processo sono stati ammessi cento testimoni.

I suoi genitori, il 63enne Peter e la 68enne Laura, entrambi professori in pensione, erano misteriosamente spariti dalla loro casa di Bolzano il 4 gennaio 2021. A distanza di pochi giorni, era l'11 gennaio, Benno, non ancora indagato, cercò di utilizzare i media per depistare le indagini. A favore di telecamere, sostenendo di voler essere d'aiuto alle forze dell'ordine, ipotizzò che i genitori avessero avuto un incidente dal momento che ogni sera prima di cena avrebbero fatto una passeggiata in montagna.

Era stata la sorella Madè, medico in Germania, preoccupata della sparizione di Peter e Laura, a insistere perché Benno facesse denuncia di scomparsa.

Arrestato la notte tra il 28 e il 29 gennaio 2021, Benno confessò di aver strangolato con un cordino da alpinismo prima il padre e poi la madre, rincasata dopo un'ora, e di aver gettato i corpi nell'Adige. Dipendente dagli anabolizzanti, il 31enne l'estate precedente aveva avuto una crisi psicotica in Germania e i genitori, dopo un trattamento sanitario obbligatorio, erano andati a riprenderlo per portarlo a casa.

Col passare del tempo, Peter e Laura erano sempre più preoccupati e temevano il figlio: agli amici avevano rivelato di chiudersi a chiave in stanza prima di andare a dormire.

La sorella Madè cerca la verità

Benno e la sorella non si vedono dal 17 gennaio 2021: quel giorno, Madè era tornata nella casa di famiglia a prendere dei vestiti.

Se gli inquirenti lo hanno sospettato presto, da subito Madè aveva avuto la certezza che fosse stato il fratello a uccidere i genitori. Già due giorni dopo la scomparsa, il 6 gennaio, lei aveva messo a verbale: "Oggi temo che i miei genitori non si trovino mai, e credo che l'unica soluzione sia che lui confessi".

Nell'intervista esclusiva alla trasmissione tv Quarto Grado, Madè ha raccontato che il fratello dall'arresto non l'ha mai cercata né con una lettera né con un messaggio, o attraverso i suoi legali: "Benno non mi ha mai cercata, il pentimento è un concetto ancora lontano". Dal processo si aspetta che affiori la verità sulla fine dei genitori.

Li ha visti l'ultima volta il 26 dicembre 2020, dopo aver passato il Natale insieme: quel giorno la accompagnarono alla stazione di Bolzano.

L'ultimo ricordo di sua mamma, è quando il treno è partito e lei era sul treno. "Si è messa a correre come una ragazzina salutando e sorridendo". L'ultima volta che li ha sentiti, il 4 gennaio, la mamma la chiamò alle 18:33. "Era proprio sotto casa, non vedeva l'ora di tornare dal papà. Qualche minuto dopo è salita, è finita nelle mani di mio fratello". Madè ha riferito che Laura e Peter erano una coppia e delle persone molto felici. La mamma era gioiosa, dolce, molto affettuosa. Il papà più riservato, era molto curioso. L'aspetto più doloroso con cui deve fare i conti tutti i giorni dalla loro scomparsa, è il sapere come sono morti, che non si è trattato di un incidente, ma che hanno sofferto e c'è stata violenza.

Le dà conforto, invece, il sentirli sempre accanto a sé: "Questa forse è l'immortalità delle mamme e dei papà che anche quando non ci sono più ci sono sempre".

Benno, l'avvocato: 'Vuole riappacificarsi con la sorella'

Il processo si giocherà tutto sul tentativo dei difensori di Benno, Flavio Moccia ed Angelo Polo, di dimostrare la sua incapacità di intendere e volere. In base alla perizia psichiatrica, già svolta in fase di indagine, sarebbe stato seminfermo di mente solo nel compiere il primo delitto.

Per Moccia, Benno sarebbe provato e la vicinanza ieri in aula con Madè, l'avrebbe ancor più sconvolto. "Dai contatti che abbiamo avuto noi legali, desidera riappacificarsi con la sorella. In fondo sono rimasti solo loro due". Sarebbe stato finora trattenuto dal farlo proprio dai difensori, perché il gesto potrebbe apparire strumentale per ottenere le attenuanti generiche.