A Toano l'indignazione è collettiva. Lo scorso 16 maggio, il gip di Reggio Emilia ha scarcerato moglie, figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini. I familiari del 77enne erano finiti in manette dopo il ritrovamento l'11 maggio del corpo dell'anziano, sparito da gennaio e recuperato in fondo a un pozzo nella proprietà di famiglia a Cerrè Marabino, una frazione di Toano, sull'Appennino. Resta in piedi l'ipotesi della soppressione del corpo: il gip ha disposto l'obbligo di dimora e di firma per i tre, in assenza di prove per accusarli di omicidio e sequestro di persona.
Ma il caso è tutt'altro che risolto. Tante le contraddizioni e le stravaganze nella versione dei familiari. A cominciare da quella della vedova, Marta Ghilardini.
Toano, 'Non so come sia finito nel pozzo'
Cosa è realmente accaduto a 'Beppe', come era chiamato a Toano l'ex agricoltore, benvoluto da tutti? È stato ucciso, o ha avuto un malore ed è stato poi messo dai familiari a cinque metri di profondità per continuare a riscuotere la pensione? Questa la domanda cruciale nel caso. Quando è stato trovato grazie ai cani molecolari dei carabinieri, il pozzo era coperto da una pesante lastra di cemento. A un esame esterno, il corpo non presentava segni di violenze. Sarà fatto l'esame autoptico. Non c'è prova della colpevolezza dei tre familiari indagati, ma il paese punta il dito contro di loro per un comportamento sospetto.
Avrebbero impedito a parenti, amici e conoscenti di avvicinarsi alla casa, risposto in maniera evasiva a chi, con crescente preoccupazione, chiedeva notizie dell'anziano svanito nel nulla. A fare la denuncia di scomparsa attivando le indagini, non sono stati i familiari conviventi, ma il nipote Giordano.
Caduta l'accusa di omicidio, resta in piedi quella di truffa: i tre avrebbero continuato a percepire la pensione del 77enne.
Intervistata, appena scarcerata, dagli inviati dei programmi Storie Italiane e la Vita in diretta, la vedova non ha saputo indicare il giorno e neanche il mese in cui il marito si sarebbe allontanato volontariamente. "Non ero lì quando è sparito perché ero andata a fare la spesa", ha detto. E poi: "Ho avuto un malore, una mancanza di memoria e non ricordo più niente.
Non so come lui sia potuto finire nel pozzo. Ce l'avrà messo qualcuno, io non so niente". La donna ha anche riferito di problemi di salute che contraddicono la tesi dell'allontanamento: "Negli ultimi tempi non stava bene, faceva fatica a salire le scale di casa, stava spesso a letto". E sulla mancata denuncia di scomparsa, ha detto: "Perché dovevo denunciare la scomparsa? Sapevo che doveva ritornare".
"La verità salterà fuori in un modo o nell'altro. Casa e terreni sono miei, mio marito morto non c'entra", ha anche riferito. A un rogito del valore di 50mila euro che stava per firmare a favore della figlia per la cessione di una casa, ha fatto riferimento appena scarcerato, il genero Riccardo Guida.
"A qualcuno ha dato fastidio", ha protestato. Il genero, inviso alla gente di Toano, ha dato l'impressione di tenere le fila di tutte le faccende familiari.
Toano, il sospetto dei paesani
Quando il nipote Giordano l'aveva incontrata al supermercato chiedendo notizie dello zio, Marta gli aveva detto che stava bene. Ma, di fatto, nessuno poteva avvicinarsi alla casa, al telefono Beppe non rispondeva, nessuno poteva chiedere informazioni. Anche ad altri amici, Marta aveva detto che stava bene ed era a casa, forse per non fare avvicinare nessuno. Secondo molti paesani, i tre indagati avrebbero occultato il corpo per motivi economici: continuare a percepire la pensione del 77enne. "Gli hanno venduto tutti gli attrezzi ma lui non si vedeva.
Riccardo non faceva avvicinare nessuno, li mandava tutti via", ha riferito una vicina.
Toano, il racconto della sorella
"In quel pozzo non ci è andato da solo": oggi a Mattino Cinque, c'è stata la testimonianza di una delle sorelle del 77enne. "È stata una morte così crudele che non riesco a respirare. L'ho sentito l'ultima volta a gennaio. Io dicevo sempre che lui era il più buono di tutti, una bontà unica. Non aveva nessun nemico, assolutamente", ha detto la donna. E sui rapporti con i familiari indagati: "Non posso sapere cosa succedeva all'interno di una casa. Ma il comportamento che hanno avuto non è normale. Da due anni non potevamo più andare a casa sua".
Più drastico il racconto del nipote Giordano a Storie italiane.
"Da quando è arrivato il genero a casa si è perso tutto, le cose sono cambiate. L'hanno fatto fuori, non penso mica che sia andato nel pozzo da solo, è una cosa impossibile. Non me l'aspettavo che li rilasciassero tutti e tre". "La speranza di tutti e anche la mia è che sia morto di morte naturale e sia stato messo nel pozzo per ritirare la pensione, per problemi economici, diciamo", ha detto il sindaco di Toano, Vincenzo Volpi che era amico di Beppe.