Gianni Savio, team manager della squadra di ciclismo GW Shimano, nelle scorse ore ha rilasciato un'intervista nella quale ha voluto parlare anche della vicenda riguardante la sospensione del ciclista Antonio Tiberi, avvenuta da parte della Trek-Segafredo dopo la diffusione della notizia che il corridore ha ucciso un gatto con un colpo di carabina.

A seguito di questo episodio di cronaca la squadra lo ha messo fuori dalle corse e - secondo Savio - tale decisione sarebbe ineccepibile in quanto: "Non ci sono attenuanti per il gesto di Tiberi."

La dichiarazione di Gianni Savio sul caso di Antonio Tiberi

Intervistato dal quotidiano online OAsport, il Team Manager Gianni Savio ha voluto esprimere delle proprie considerazioni sulla vicenda che ha interessato il corridore Antonio Tiberi, affermando: "L'episodio che è accaduto con protagonista Tiberi è una situazione davvero vergognosa, che non può essere certo considerata solamente una ragazzata".

Continuando a parlare della situazione che si è venuta a creare, Savio ha affermato: "Il mio giudizio sull'accaduto potrebbe essere certamente pervaso dal fatto che io sono un animalista, però effettivamente comprendo la decisione della sua squadra, la Trek-Segafredo e del direttore sportivo Luca Guercilena di mettere fuori squadra il corridore".

Secondo Gianni Savio: "Sull'episodio non ci possono essere attenuanti, capisco a fondo la decisione della squadra".

La ricostruzione dell'episodio del gatto a San Marino

A giugno 2022 il corridore si trovava a San Marino quando ha ucciso un gatto con uno colpo di una carabina da circa 70 metri di distanza. Il fucile ad aria compressa utilizzato dal corridore era regolarmente registrato e legale.

L'episodio era salito alla ribalta delle cronache nazionali nel febbraio 2023, quando la sua squadra, nonostante un ottimo inizio di stagione, ha deciso di sospendere il corridore per una ventina di giorni. Antonio Tiberi da quel giorno non ha più corso con la Trek-Segafredo.

Per la vicenda dell'uccisione del gatto, il cui proprietario era il politico sammarinese Federico Pedini Amati, il corridore era stato condannato a pagare una multa di 4.000 euro da versare nelle casse statali di San Marino: il ciclista ha dichiarato che al momento dell'accaduto la sua intenzione non era quella di colpire e uccidere il gatto, ma che sarebbe stato solamente un incidente.