È stata confermata da poco dal portavoce del ministero afghano la notizia che circolava sui social: è stato dato l'ordine di chiusura per tutte le attività di parrucchieri e saloni di bellezza in Afghanistan.

Afghanistan, chiudono i parrucchieri

Il governo dei talebani ha ordinato la chiusura in tutto il paese di parrucchieri, centri estetici e saloni di bellezza. La comunicazione è stata resa ufficiale dal portavoce del Ministero della Prevenzione del Vizio e della Promozione della Virtù, Mohammad Sidik Akif Mahajar. I negozianti dovranno attivarsi poichè avranno soltanto un mese di tempo per adempiere al nuovo obbligo: entro il 2 agosto tutte le attività dovranno risultare effettivamente chiuse.

Si tratta dell'ultima decisione in ambito restrittivo, che va a colpire ancora una volta principalmente le donne e la loro libertà.

Ancora divieti

Non è la prima volta che il governo talebano dell'Afghanistan prende decisioni di questo genere. I centri di bellezza, infatti, erano già stati chiusi anche tra il 1996 e il 2001, durante il primo esecutivo taliban. Erano poi stati normalmente riaperti dopo l'invasione occidentale del paese guidata dagli Stati Uniti. Quando i talebani hanno riconquistato il potere nel 2021, a seguito del ritiro delle truppe americane e dell'abbandono della zona da parte degli occidentali, i negozi di parrucchieri e i saloni di bellezza erano rimasti aperti. Nella maggior parte dei casi, però, le vetrine erano state completamente oscurate, le fotografie esposte all'esterno che ritraevano le donne erano state verniciate per coprire i loro volti e i manichini erano stati coperti o addirittura rimossi.

Si fatica a parlare di diritti

La decisione di far chiudere i centri estetici e i negozi di parrucchieri toglie alle donne una delle pochissime situazioni di autonomia rimaste, infatti la curiosità è che alcune di queste attività sono gestite da donne attualmente. Il quadro dei diritti cancellati si fa sempre più pieno. Oggi, infatti, le donne in Afghanistan non possono studiare oltre i 12 anni, non possono lavorare, la loro presenza è inibita in molti luoghi pubblici.

Inoltre non possono guidare, percorrere lunghe distanze senza essere accompagnate da un uomo di famiglia, sono obbligate ad indossare il burqa integrale a copertura di tutto il corpo, volto compreso. La lista dei diritti e delle libertà sistematicamente cancellate negli ultimi due anni è molto lunga. Per questo motivo, secondo un rapporto di Amnesty International e della commissione internazionale dei giuristi, il caso delle restrizioni afghane dovrebbe essere indagato come crimine contro l'umanità determinato dalla persecuzione di genere.