Avrebbe letto un testo scritto a penna che riportava il presunto rapimento della 15enne Emanuela Orlandi, lo avrebbe fatto con un finto accento anglosassone. Per quarant'anni questa donna è stata solamente una voce, ma adesso, rivelano gli inquirenti, la persona in questione è una 59enne romana che, all'epoca della scomparsa della 15enne cittadina vaticana aveva 19 anni. La sua identità è stata svelata nell'ambito delle indagini relative al furto della bara di Katy Skerl, figlia del regista Peter Skerl. L'adolescente venne uccisa nel 1984.

Emanuela Orlandi, le indagini sulla 59enne romana

L'identità della donna è stata rivelata durante le indagini relative al furto della bara di Katy Skerl, avvenuto nel 2022 nel cimitero del Verano a Roma. ll pubblico ministero Erminio Amelio ha sentito diversi testimoni, tra cui Marco Accetti, un fotografo e regista precedentemente condannato per l'omicidio preterintenzionale del dodicenne Jose Garramon nel dicembre 1983. Nel 2013, Accetti aveva dichiarato di possedere il flauto di Emanuela Orlandi, ma in seguito si è scoperto che lo strumento era molto simile ma non si è potuto dimostrare che fosse proprio quello appartenente alla quindicenne scomparsa il 22 giugno 1983. Accetti è stato convocato più volte dal pubblico ministero per essere interrogato in qualità di supertestimone e reo confesso, dato che in passato si era autoaccusato della sparizione della ragazza senza però essere ritenuto credibile dalle autorità giudiziarie.

La testimonianza di Marco Accetti

Durante i suoi attuali verbali, Accetti ha menzionato il nome di una donna che, all'inizio di dicembre 1983, registrò un messaggio di rivendicazione del sequestro su un'audiocassetta. Questo audio, insieme a un testo scritto a penna, fu inviato da Boston (Massachusetts) al giornalista americano Richard Roth, corrispondente a Roma per la Cbs.

Questa rivendicazione è una delle quattro pervenute dagli Stati Uniti, che all'epoca furono considerate autentiche in seguito a una comparazione grafica con le precedenti lettere del cosiddetto "Americano".

La registrazione spedita da Boston

Convocata dai magistrati, la 59enne romana ha ammesso di aver avuto un ruolo nella realizzazione del messaggio di rivendicazione riguardante il rapimento di Emanuela Orlandi.

La registrazione, che era stata spedita da Boston e arrivata in Italia il 6 dicembre 1983, è stata attribuita a questa donna. Secondo quanto dichiarato dalla diretta interessata, il suo coinvolgimento nella realizzazione del comunicato di rivendicazione è stato quasi per gioco, e al momento della sua partecipazione, lei ignorava i complessi retroscena del caso. Nel messaggio, veniva reiterata la richiesta, già precedentemente avanzata altrove, di uno scambio tra Emanuela Orlandi e Ali Agca, l'autore dell'attentato a Papa Wojtyla il 13 maggio 1981.