Ilir Shehi Zyba, il 48enne che nella serata di venerdì 28 luglio, a Noriglio, frazione di Rovereto (provincia di Trento), ha ucciso a colpi d'accetta Mara Fait, sua vicina di casa 63enne, rimarrà in carcere.

Nella giornata di lunedì 31 luglio, il Gip Consuelo Pasquali, al termine dell'interrogatorio di garanzia ha deciso di convalidare il fermo. Il killer avrebbe detto di non ricordare nulla di quanto accaduto: "Ho avuto un blackout".

Il caso di Cronaca Nera, seguito dal pm della Procura di Rovereto Viviana Del Tedesco, non è l'unico femminicidio di questi giorni.

Altri due uomini hanno tolto la vita a due donne che sostenevano d'amare. Antonio Di Razza, 50 anni, ha ucciso a colpi d'armi da fuoco la moglie Angela Gioiello, 39 anni, nella loro abitazione di Monterusciello, frazione del comune di Pozzuoli (Napoli), mentre all'alba di sabato 29 luglio Zakaria Atqauo, 23 anni, ha accoltellato a morte a Cologno Monzese l'ex fidanzata Sofia Castelli, studentessa 20enne.

Resta in carcere il killer di Mara Fait

Ilir Shehi Zyba, operaio, è comparso di fronte al Gip di Rovereto accompagnato dal suo legale, l'avvocato Franco Busana. L'uomo, che già al momento del fermo aveva ammesso le proprie responsabilità, non ha fornito una ricostruzione puntuale in merito a quanto accaduto in via Fontani, poco dopo le 20 di venerdì 28, quando ha aggredito Mara, davanti agli occhi atterriti dell'anziana madre di lei.

Il 48enne, che poco dopo il delitto si è costituito, davanti agli inquirenti si è limitato a ripercorrere la difficile "convivenza" con Mara, vicina e proprietaria di casa. Tra i due, da quanto emerso, ci sarebbero stati diversi conflitti, sfociati in più di una denuncia incrociata.

"Ho avuto un black out”, ha dichiarato Ilir Shehi Zyba sottolineando che, anche quella sera, Mara Fait avrebbe urlato, come a suo dire, faceva sempre.

"Poi - ha concluso - non ricordo più nulla". La Gip ha deciso di convalidare il fermo e, quindi, rimarrà nel carcere di Spini di Gardolo, alla periferia nord di Trento.

In queste ore, gli inquirenti stanno provvedendo a valutare i diversi elementi a disposizione. Il fatto che il killer di Mara asserisca di non ricordare niente di quanto accaduto potrebbe esser ritenuto compatibile con un quadro patologico, anche temporaneo e, per questo, potrebbe essere richiesta una perizia psichiatrica.

A Mara Fait sarebbe stato negato il 'Codice Rosso'

Stando a quanto ricostruito anche dalla procura trentina, sulla base delle dichiarazioni rilasciate dai vicini della vittima e del carnefice, i rapporti tra Mara Fait e Ilir Shehi Zyba erano molto tesi e caratterizzati da continue discussioni, insulti, minacce e azioni legali. L'infermiera in pensione, che il prossimo gennaio avrebbe dovuto rispondere del reato di lesioni nei confronti della moglie dell'operaio, a metà marzo aveva denunciato il 48enne richiedendo il "Codice Rosso".

Come ricordato dai suoi legali, gli avvocati Flavio Dalbosco e Rosa Rizzi, Mara Fait avrebbe depositato una circostanziata denunzia-querela, completata da una relativa e corposa documentazione, dove ripercorreva anni di vessazioni e aggressioni subite in ambito condominiale da Zyba.

Per questo, richiedeva l'applicazioni delle diverse misure cautelari ritenute più opportune e congrue per la sua tutela e per la sicurezza dei suoi familiari. Una settimana dopo la denuncia, però, la stessa procura ha presentato al giudice richiesta d'archiviazione considerando "compromessa" l'attendibilità della 63enne ricollocando, di fatto, la vicenda all'interno uno scenario, più ampio, di contrasto di vicinato condominiale.

I legali hanno aggiunto che Mara e i suoi cari erano non solo spaventati, ma non riuscivano a credere che, nonostante la denuncia, nessuno provvedesse a proteggerli.