Dopo una lunga notte di interrogatorio, all’alba di sabato 2 marzo, una 18enne fermata a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, ha confessato di aver ucciso il padre al termine dell'ennesimo gesto violento dell'uomo. La giovane avrebbe anche chiarito il movente del delitto, ossia le continue violenze a cui il padre sottoponeva lei e soprattutto la moglie. L'uomo è un 50enne russo che pretendeva di controllare ogni aspetto della vita delle due donne. L'omicidio si è consumato nell’abitazione in cui la famiglia viveva, nel comune piemontese: per il padre della giovane sarebbe stata fatale una coltellata all’addome.

L’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Canelli, davanti al pm della procura di Alessandria Andrea Trucano, ha quindi portato a una ricostruzione di quanto avvenuto nell’appartamento.

Il racconto delle ultime ore di vita del padre della ragazza

Secondo quanto raccontato dalla giovane agli investigatori, venerdì il capofamiglia si sarebbe licenziato, per poi andare nel ristorante in cui madre e figlia lavoravano, chiedendo anche alla moglie di licenziarsi a sua volta. In quel momento sarebbe sorta una prima discussione tra i due, interrottasi solo quando l’uomo ha lasciato il locale. Il litigio, però, sarebbe continuato a casa.

Secondo la versione della 18enne, difesa dall’avvocato Massimiliano Sfolcini, a un certo punto lei sarebbe intervenuta per proteggere la madre dai colpi del padre.

L’uomo avrebbe quindi preso a pugni la figlia e dopo avrebbe picchiato di nuovo anche la moglie, che tentava di separare i due. In quegli attimi concitati la ragazza avrebbe preso un coltello per difendersi e avrebbe colpito il genitore, uccidendolo.

Il padre ucciso era un esperto di arti marziali

La ragazza, nel corso dell’interrogatorio, avrebbe spiegato anche che il padre era un esperto di arti marziali e in particolare di karate: l’uomo - secondo quanto emerso - era abituato a picchiare soprattutto la moglie e la figlia già da quando la famiglia, di origine russa, viveva in Cecenia.

Secondo la giovane, era in grado di colpire nei punti in cui i lividi sono meno evidenti, per evitare di essere scoperto.

Il padre in passato avrebbe aggredito anche gli altri figli, ma solo quando cercavano di mettersi in mezzo durante le violente liti per proteggere le due donne. Secondo le ultime notizie, non ci sarebbe mai stata nessuna denuncia per le continue violenze dell’uomo, che avvenivano all’interno dell’appartamento al primo piano della palazzina.

La ragazza ora si trova in una comunità protetta

Quando i carabinieri sono arrivati nella casa in cui si è consumato il fatto di cronaca hanno trovato la ragazza in stato di shock, appoggiata a una parete. Quindi la 18enne è stata portata in caserma per il lungo interrogatorio, al termine del quale è stata accompagnata in una comunità protetta.

Da quanto si è saputo, la famiglia russa era arrivata a Nizza Monferrato in seguito a un programma di aiuti umanitari. La 18enne andava a scuola, come i fratelli: era iscritta al terzo anno del liceo scientifico e contemporaneamente lavorava in un ristorante, insieme alla madre. Invece il padre, che era stato assunto come lavapiatti, aveva problemi a parlare la lingua e con il suo lavoro.