È una storia forte ma più che mai vera quella di Luciano Impieri, ex esponente della cosca malavitosa di Cosenza "Nuova Famiglia", che dopo 6 anni di collaborazione con la Procura di Catanzaro in Calabria ha abbracciato la carriera ecclesiastica riuscendo a diventare Diacono.
Da mesi era noto come l'ex malavitoso fosse stato folgorato sulla via di Damasco decidendo per tanto di intraprendere un percorso di studi spirituale, ma solo nelle ultime ora il tutto ha trovato concretezza.
Luciano Impieri ha realizzato il suo sogno
Ex affiliato alla cosca Rango-zingari di Cosenza, per anni Imperi ha svolto un ruolo fondamentale nella riscossione del pizzo ai danni dei commercianti, tanto da essere eletto come il detentore del “libro mastro” del clan di appartenenza laddove annotava tutte le somme incassate da commercianti e imprenditori vessati dalla malavita.
Dopo sono arrivati il pentimento, la collaborazione con la giustizia e infine la decisione di avviare un periodo di studi atto a diventare Diacono.
Una conversione arrivata nell'ultimo periodo ma che ha radici profonde: già nel 2018 il 44enne aveva infatti meditato un cambiamento radicale decidendo di collaborare con la Procura di Catanzaro di sua spontanea volontà, rinnegando in tal modo il suo passato.
Per diversi mesi Impieri ha frequentato una comunità Cristina, da qui il permesso di intraprendere il diaconato nella zona dove vive sotto scorta.
Anche il suo avvocato Caterina De Luca ha voluto sottolineare l'importante cambiamento a cui è andato incontro: "Chi crede veramente nella riabilitazione, ha modo di farlo davvero se vuole.
Il caso di Impieri ne è la dimostrazione".
Il pentimento di Impieri non è un caso isolato
Luciano Impieri non è l'unico ad aver cambiato vita dopo un passato criminale, visto che esiste un precedente molto importante, sempre nel cosentino.
Trattasi di Vincenzo Dedato, un boss degli anni 80-90 appartenente alla cosca Lanzino, di cui era praticamente il vice boss.
La sua storia è simile a quella di Impieri con la differenza che nel 2000 venne arrestato senza tuttavia iniziare immediatamente a collaborare.
Dopo l'arresto venne processato e condannato all'ergastolo ma la pena ricevuta in primo grado venne poi cancellata in Appello dopo 6 anni trascorsi tutti in regime di 41 bis. Tornato in libertà alla fine del 2006, nel 2007 arrivò il pentimento come spiegato in aula dallo stesso Dedato: "Ho intrapreso un percorso spirituale, che mi ha portato a diventare Testimone di Geova".