"Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell'intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali": è quanto riporta la nota diramata nelle ultime ore dalla sua famiglia per annunciare la morte di Oliviero Toscani, fotografo e artista che era malato da tempo di amiloidosi, deceduto oggi all'ospedale di Cecina dove si trovava ricoverato da venerdì 10 gennaio.

Era stato lui stesso lo scorso 28 agosto nel corso di un'intervista a Il Corriere della Sera a rivelare di avere un male incurabile: "Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere".

La carriera lavorativa di Oliviero Toscani

Nato a Milano il 28 febbraio 1942, Oliviero Toscani è stato un fotografo che ha segnato il mondo della comunicazione visiva. A 14 anni ha pubblicato il suo primo scatto su Il Corriere della Sera, ritraendo Rachele Mussolini durante la tumulazione del Duce a Predappio. Dopo il diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, ha esordito nella pubblicità con una campagna per il cornetto Algida, dando inizio ad una lunga carriera.

Le sue immagini hanno spesso affrontato temi sensibili, dal razzismo all'anoressia passando per la pena di morte e l’AIDS.

Tra le campagne più celebri il bacio tra un prete e una suora, i ritratti di condannati a morte e il corpo di Isabelle Caro, modella francese affetta propria da anoressia.

Nel 1982, la collaborazione con Benetton lo ha condotto a servirsi delle proprie campagne pubblicitarie per sensibilizzare su temi sociali come l’uguaglianza, l'omofobia e i diritti civili.

Ha fondato la rivista Colors nel 1991 e, tre anni dopo, Fabrica, centro internazionale per le arti e la comunicazione la cui sede è firmata dall'archistar giapponese Tadao Ando.

Negli ultimi anni, Toscani ha realizzato campagne per istituzioni come la Croce Rossa, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Nel 2007 ha avviato il progetto Razza Umana, una raccolta di ritratti che esplorano la diversità umana.

Dal 2018 al 2020 è tornato a collaborare con Benetton.

La vita privata di Toscani

Oliviero Toscani era sposato con Kirsti Moseng, ex modella norvegese di 80 anni e sua agente. La coppia si era incontrata più di cinquant’anni fa a Milano, quando Toscani, dopo averla vista sulla copertina di una rivista, la scelse per un servizio di moda. Kirsti aveva 24 anni e lui 26. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Rocco, Lola e Ali.

Toscani ha avuto altri tre figli: Alexandre, dal suo primo matrimonio con Brigitte, e Olivia e Sabina, nate da Agnete, con la quale ha avuto una relazione durata 6 anni.

I messaggi di cordoglio: da Elisa D'Ospina a Luca Telese

Dopo la diffusione della notizia della morte di Oliviero Toscani, diversi volti del giornalismo italiano hanno espresso il proprio cordoglio: "Il suo lavoro "Nolita" è stato un tassello importante del mio percorso che mi ha permesso di conoscere Isabelle Caro, morta poi di anoressia nel 2010. Un uomo che con la sua macchina ha messo a fuoco, provocando, immagini che smuovono le coscienze. Addio a Oliviero Toscani" ha scritto su X Elisa D'Ospina.

Anche il giornalista Luca Telese ha voluto mandare il proprio messaggio di cordoglio tramite un lungo messaggio X: "Ci ha lasciato Oliviero Toscani, uno dei fotografi più noti al mondo: era un italiano cosmopolita, caustico e provocatorio, aveva attraversato la stagione sesso droga e rock & roll (“Senza dimenticarsi di nessuno dei tre”, diceva lui ridendo) , aveva studiato in Svizzera, era figlio d’Arte, suo padre aveva immortalato il corpo di Benito Mussolini a piazzale Loreto.

Oliviero aveva scandalizzato l’Italia degli anni settanta con il jeans Jesus, “Chi mi ama mi segua”. Negli anni della collaborazione con Luciano Benetton aveva inventato un nuovo codice di comunicazione, aveva dato un vestito ai nuovi tempi. La provocazione più bella? L’enorme preservativo di trenta metri innestato (con una gru) sull’obelisco di Plaza de la concorde a Parigi, per sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’Aids. Il giudice francese assolse Oliviero - fermato dalla polizia - "Per la finalità meritoria del gesto". Non c’è nulla da aggiungere".