La Squadra Mobile di Crotone ha arrestato due uomini, accusati di essere i conducenti di un’imbarcazione con 130 persone migranti a bordo, che era giunta sulle coste calabresi domenica 2 febbraio. Con il coordinamento della Procura di Crotone in questi giorni è stato infatti possibile ricostruire le fasi del viaggio dei migranti dalla Turchia all'Italia, portando all’arresto dei due soggetti e all’avvio delle indagini per individuare eventuali complici.

L'approdo dei migranti a Crotone

L’arrivo delle 130 persone migranti, tra cui uomini, donne e bambini provenienti da Afghanistan, Iraq, Iran e Pakistan, è avvenuto il 2 febbraio nel porto cittadino di Crotone.

I migranti sono stati soccorsi dalla Capitaneria di Porto locale e dal personale sanitario. Poi sono stati trasferiti al Regional Hub di Sant'Anna, frazione del Comune di Isola Capo Rizzuto, dove sono state avviate le procedure di identificazione delle 13o persone e la loro collocazione nella struttura.

L’arrivo della nave ha suscitato grande attenzione, sia per il numero consistente di persone a bordo, sia per le condizioni con cui si è svolto il viaggio.

Indagini e prove contro i due soggetti

Le indagini si sono concentrate inizialmente su due uomini, che si sono presentati come afgani, ma che hanno subito suscitato dei sospetti da parte delle autorità locali. La mancata comprensione della lingua pashtu, quella ufficiale dell'Afghanistan, è stata la prima anomalia notata dagli investigatori.

Un successivo approfondimento, con l’esame del cellulare di uno dei due, ha rivelato un messaggio scritto in una lingua diversa da quella dichiarata.

Inoltre, alcune testimonianze delle persone a bordo avrebbero confermato il coinvolgimento diretto dei due soggetti nella conduzione dell’imbarcazione: tutti questi elementi hanno indotto le autorità a procedere all'arresto per traffico di esseri umani.

Proseguono le indagini per scoprire altri eventuali complici

I due soggetti sono stati sottoposti a fermo e indirizzati verso la locale casa circondariale, venendo lasciati a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

Le indagini, tuttavia, non si fermano qui. Gli inquirenti stanno continuando a raccogliere prove per identificare altri possibili complici nella rete di traffico di migranti.