Nota di correzione del 14/10/2025: Alle 18.11 del 14 ottobre il titolo di questo articolo è stato modificato per renderlo il più fedele possibile alle dichiarazioni del portavoce di Pechino.

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si inasprisce, segnando un nuovo capitolo di tensione tra le due maggiori economie mondiali. Il braccio di ferro, incentrato sull'imposizione reciproca di dazi e restrizioni commerciali, ha visto oggi la reazione decisa di Pechino, che ha prontamente risposto all'azione americana, neo accusata di aver imposto ulteriori imposte sui prodotti Made in China.

Questa battaglia commerciale di Trump ha avuto inizio a partire dall'inizio anno con l'intento di contrastare l'espansionismo commerciale cinese.

L'anomino portavoce cinese

"Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali, la posizione della Cina rimane coerente - ha affermato un anonimo portavoce del ministero del Commercio - se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta".

Usa-Cina: è scontro commerciale

Questo annuncio arriva in concomitanza con l'entrata in vigore di dazi speciali imposti da Pechino sulle navi americane in ingresso nei suoi porti. Si tratta di una mossa speculare a quella adottata da Washington, che ha minacciato o imposto misure simili contro le navi cinesi a partire da oggi, 14 ottobre 2025.

L'escalation tariffaria è stata innescata anche dalla recente stretta cinese sull'esportazione di terre rare e delle relative tecnologie, risorse cruciali per l'industria ad alta tecnologia americana.

La minaccia di Trump: dazi al 100%

Dall'altra parte dell'Oceano, il presidente americano Donald Trump ha rilanciato la posta in gioco, minacciando l'imposizione di ulteriori dazi che potrebbero arrivare fino al 100% sui beni made in China . Questa retorica aggressiva rientra nella strategia di "massima pressione" che l'amministrazione statunitense persegue da tempo, accusando Pechino di pratiche commerciali sleali e di furto di proprietà intellettuale.

Nonostante il clima da guerra fredda commerciale, il segretario statunitense al Tesoro, Scott Bessent, ha tentato di usare toni più concilianti , notando che l'incontro previsto tra le parti potrebbe tenersi comunque, visto che i dazi massimi paventati da Trump non dovrebbero entrare in vigore prima del primo novembre.

Un'indicazione che, nonostante le dichiarazioni muscolari, la porta del dialogo potrebbe non essere ancora del tutto chiusa. Allo stesso tempo, anche la Cina "rimane aperta a negoziare", così come affermato dallo stesso ministero del Commercio.

L'impatto sull'economia globale e sull'Europa

L'inasprimento della guerra commerciale ha immediate ripercussioni sui mercati globali e, in particolare, sul settore della logistica e del trasporto marittimo . Le aziende si trovano ad affrontare un incubo burocratico e costi crescenti, portando a una riorganizzazione dei flussi commerciali, con molte imprese cinesi che reindirizzano le esportazioni verso Paesi del Sud-Est asiatico per aggirare i dazi.

In questo scenario di tensione, l' Europa osserva una crescente preoccupazione.

Se da un lato il crollo dell'export cinese verso gli USA ha portato a una momentanea crescita di quello verso l'Unione Europea, dall'altro le contromosse cinesi, come la stretta sulle terre rare, potrebbero danneggiare anche l'industria tecnologica del Vecchio Continente, amplificando l'incertezza economica globale.