L’Italia assumerà nel 2026 la Presidenza del Forum delle Antiche Civiltà. L’annuncio è arrivato da Atene, dove il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha delineato le priorità del mandato italiano: dialogo interculturale, contrasto al traffico illecito di beni culturali e difesa del patrimonio dalle sfide climatiche.
Un nuovo ruolo internazionale per l’Italia
La Presidenza italiana del Forum delle Antiche Civiltà rappresenta un riconoscimento del ruolo che il Paese svolge da anni nella valorizzazione e nella protezione del patrimonio storico e culturale.
Nel suo intervento, il ministro Alessandro Giuli ha sottolineato l’importanza di mantenere vivo il Forum come spazio di confronto tra Nazioni accomunate da civiltà millenarie, fondato su cooperazione, condivisione e rispetto reciproco.
L’obiettivo del mandato italiano sarà quello di rafforzare una piattaforma capace di unire tradizione e visione futura, promuovendo iniziative concrete senza rinunciare a una prospettiva culturale ampia e ambiziosa. In questo contesto, l’Italia ospiterà nel 2026 la Riunione Ministeriale del Forum, aprendo le porte a delegazioni provenienti da Paesi con una profonda eredità storica.
La lotta al traffico illecito di beni culturali
Tra i temi centrali indicati dal ministro Giuli c’è il contrasto al traffico illegale di opere d’arte e reperti archeologici, definito una delle minacce più gravi per l’identità culturale delle Nazioni.
Un fenomeno globale, difficile da quantificare con precisione, ma capace di colpire direttamente le comunità attraverso la perdita dei propri simboli storici.
L’Italia si conferma in prima linea su questo fronte, grazie a una strategia che punta sulla cooperazione internazionale, sull’applicazione delle convenzioni UNESCO e su accordi bilaterali mirati. Particolare rilievo è stato dato alla collaborazione con gli Stati Uniti, che ha permesso negli ultimi anni il recupero di migliaia di beni archeologici esportati illegalmente, grazie anche al lavoro del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Patrimonio culturale e cambiamenti climatici
Un’altra priorità della Presidenza italiana sarà la protezione del patrimonio culturale dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Giuli ha richiamato l’attenzione sulla vulnerabilità di molti siti storici, sottolineando come l’Italia stia investendo in strumenti di prevenzione, monitoraggio e adattamento.
Dal sistema Mose per la salvaguardia di Venezia ai piani nazionali per l’adattamento climatico, fino agli investimenti del PNRR destinati all’efficienza energetica di musei, teatri e siti storici, l’approccio italiano mira a coniugare tutela culturale e transizione verde. Una linea d’azione che punta a ridurre l’impatto ambientale e a garantire la conservazione del patrimonio, tangibile e intangibile, per le generazioni future.