La crisieconomica non risparmia nemmeno il mercato editoriale. Presso il Salone delLibro di Torino sono stati divulgati i dati sulle vendite elaborati dalla societàNielsen per conto della Associazione Italiana Editori.
I dati relativial 2012 parlano di un calo generale delle vendite pari al 7%, con una perdita diincasso per le case editrici che sfiora l'8%. Il settore editoriale più incrisi è quello relativo alla saggistica e alla manualistica con un -14%complessivo, quello che invece nel 2012 ha tenuto meglio rispetto agli altri èil settore dell'editoria per bambini e ragazzi con un -5%.
Quest'ultimo settoreeditoriale è inoltre quello che fa registrare i dati migliori anche nei primiquattro mesi del 2013, è difatti l'unico settore in positivo con un +4% perquanto riguarda gli incassi.
Il mercato nel suo complesso resta però in crisi anchequest'anno, con un -4,4% negli incassi e un -0,7% nel numero delle copievendute. Nei primi quattro mesi del 2013 gli incassi complessivi ammontano a346 milioni di euro, con una perdita di circa 16 milioni rispetto al primoquadrimestre 2012, quando gli incassi complessivi ammontavano a 362 milioni. Lasostanziale tenuta in termini di copie è dovuta principalmente alla scelta deilettori di orientare i propri acquisti verso edizioni e collane più economiche.
La crisidell'editoria cartacea corrisponde ovviamente ad un progressivo successo dell'editoriadigitale: le vendite online di Libri in versione digitale è passata dal 5,5%del 2012 all'attuale 6,3% del 2013. Questi dati tuttavia non incorporano levendite effettuate su Amazon, la compagnia di e-commerce statunitense con sedea Seattle.
Per questa ragione gli addetti ai lavori ritengono che il digitalesarebbe assestato attorno ad un 10% del valore totale.
Il mercato tradizionale si regge sempre più sullagrande distribuzione basata sulle librerie di catena in franchising, la cuiquota di mercato del 2012 era del 41,5% ed è passata all'attuale 42,2% delprimo quadrimestre 2013. In forte crisi le librerie indipendenti che hanno vistoridursi la quota di mercato dal 37,1% del 2012 al 35,6% dei primi quattro mesidi quest'anno.