"Grazie all'Academy, a Toni Servillo, Nicola Giuliano e tutti gli attori, produttori, il gruppo. Grazie alle mie fonti di ispirazione: Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona. Grazie a Roma, Napoli (…)".

Così Paolo Sorrentino parla davanti alla platea gremita del Kodak Theatre di Hollywood, stringendo a sé la statuetta dell'86esima edizione degli Oscar. E così l'Italia si può nuovamente aggiudicare, dopo 15 anni dalla premiazione di "La vita è bella" di Roberto Benigni, la stima dei cinofili di tutto il mondo.

Dal 1999, infatti, solo nel 2006 si era vista un'Italia candidata all'Oscar, con il drammatico La bestia nel cuore di Cristina Comencini..

Nonostante "La grande bellezza" abbia conquistato innumerevoli riconoscimenti dedicati al mondo del Cinema (lo statunitense Golden Globe, il britannico Bafta, lo spagnolo Goya e l'europeo EFA sono solo alcuni) e dopo la proclamazione della vincita siano state organizzate, soprattutto a Roma, serate dedicate al regista e alla sua carriera, la partecipazione ai festeggiamenti è stata del tutto assente sul web, bocciando in toto l'entusiasmo raccolto all'estero. 

La pellicola di Sorrentino, trasmessa su Canale 5 ieri sera, ha catturato l'attenzione di una media di nove milioni di spettatori, aggiudicandosi solamente il 36% degli ascolti televisivi.

Mentre da una parte, c'è chi invidia il regista partenopeo per la sfida lanciata nel perfezionarsi, dall'altra c'è chi lo giudica per aver rappresentato il lato pessimo dell'Italia.

A detta di molti, il nostro Paese è rappresentato nel film come luogo in cui regna superficialità, mondanità. "Una nuova capacità di rappresentazione creativa della realtà del costume del nostro tempo", come sostiene il presedente Giorgio Napolitano.

Per molti italiani, che si sono sfogati sui principali social media, l'unica grande bellezza che si può evincere dal film è la scenografia: il bel paesaggio offerto dalla nostra capitale, che afferma la maestosità sempiterna di Roma.