Ogni tanto i ricordi terribili della Seconda Guerra Mondiale emergono dalle nebbie del passato. In Italia abbiamo assistito di recente allo spettacolare "Bomba Day" di Vicenza, con il disinnesco di una bomba lanciata nel corso di un raid alleato sulla città del Palladio, che ha comportato lo sgombero per alcune ore di una parte di popolazione lì residente.
Sabato 26 aprile una nota dell' agenzia cinese "Ecns.cn" ci informa che alcuni giorni fa quasi cento documenti, accuratamente secretati dalle autorità cinesi, sono ora di pubblico dominio e a disposizione degli studiosi di tutto il mondo.
Si tratterebbe di terribili testimonianze riguardanti l'occupazione giapponese della Cina nel corso della Seconda Guerra Mondiale. L'agenzia "Ecns.cn" parla semplicemente di "atrocità", senza scendere in ulteriori dettagli, anche, e forse "soprattutto", perché i documenti ti sopra citati sono in giapponese.
E' comunque presumibile che, quando le testimonianze saranno tradotte, non soltanto avremo un tassello in più sull'immane conflitto che coinvolse il mondo dal 1939 al 1945, ma probabilmente assisteremo anche a un'inorridita levata di scudi cinese contro i Giapponesi, che, come sappiamo, non ci andavano leggeri (uso solo un eufemismo) nelle zone di occupazione. Certamente questa nuova "scoperta" rende omaggio alla storia e alla verità, ma, con i tempi che corrono, potrebbe innescare ulteriori focolai di intolleranza di cui decisamente il mondo non avrebbe bisogno.
Tuttavia, come si dice, "Amicus Plato sed magis amica veritas" ("Sono amico di Platone ma ancor più della verità"). E, tutto sommato, credo che il Sig. Yin Huai , presidente dell'Archivio di Jilin a Changchun , capitale della provincia di Jilin, abbia compiuto un'opera meritoria nel rendere pubblici quegli antichi documenti, in un momento storico che tra l'altro sembra particolarmente favorevole alla "trasparenza", un po' in tutto il mondo.