"Promesse e scommesse. A volte qualcuna era mantenuta, a volte qualcuna era vinta". Questa volta, però, Giorgio Faletti non è riuscito a vincere la sua scommessa finale, quella con la vita: da qualche mese aveva scoperto di essere malato e aveva iniziato a combattere, coraggiosamente e con estrema dignità, contro quel tumore, tanto silenzioso quanto devastante, che l'aveva assalito alle spalle. Di recente era stato in America, dove era solito recarsi per lasciarsi trascinare dalla musica: stavolta, invece, Giorgio vi era andato per cercare aiuto.
Nato ad Asti il 25 novembre del 1950, di quella terra, delle sue colline e delle sue città, Giorgio Faletti porta con sé i colori, la vitalità, l'autenticità. Laureatosi in legge, non resiste al richiamo dell'Arte, in tutte le sue molteplici forme: dopo l'esordio come cabarettista, negli anni Settanta, al Derby di Milano, il locale allora simbolo della comicità senza filtri, negli anni Ottanta, con i suoi esilaranti personaggi, primo fra tutti la guardia giurata Vito Catozzo, diventa una delle colonne portanti di Drive In, l'avanguardista ed alternativa trasmissione televisiva di Antonio Ricci. Poi, le collaborazioni con Zuzzurro e Gaspare, Fantastico con Pippo Baudo e tutta una serie di partecipazioni televisive.
Negli anni Novanta la sua vena artistica trova ulteriore sfogo nella musica ed assume i contorni di una profonda e forse insospettata sensibilità: la partecipazione a Sanremo con "Signor Tenente", un brano che trae ispirazione dalle stragi di Capaci e Via D'Amelio, segna una svolta incisiva nella sua carriera e svela altri aspetti di una personalità davvero poliedrica e coinvolgente, una personalità in cui la malinconia e la capacità di introspezione si mescolano delicatamente all'ironia ed al sano umorismo.
E, dopo la musica, è la scrittura ad avvolgerlo tra le sue spire: il suo "Io uccido", nel 2002, diventa un caso editoriale, scala tutte le classifiche, viene venduto in più di 4 milioni di copie, viene tradotto in 25 lingue e inaugura la fortunata stagione del thriller italiano. Nel frattempo, un ictus prova a fermare Giorgio Faletti, ma non ci riesce: l'artista continua a correre incontro alle sue inclinazioni ci regala altre perle letterarie come "Niente di vero tranne gli occhi", "Fuori da un evidente destino", "Io sono Dio".
Anche il cinema d'autore lo cattura: l'artista interpreta magistralmente ruoli come quello dell'apparentemente implacabile professore di "Notte prima degli esami".
E non si era ancora fermato Giorgio: aveva ancora tanti progetti e sogni, speranze ed aspettative. Oggi risuona come un commovente addio l'ultimo messaggio lasciato sul suo sito: "Cari amici, purtroppo a volte l'età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove.
Un abbraccio di cuore".
Un abbraccio Giorgio, un abbraccio all'artista, un abbraccio all'uomo che ha saputo tirare fuori i suoi infiniti mondi, regalandoci sorrisi e lacrime, suspence ed ineguagliabili emozioni.