Il direttore del quotidiano La Stampa, Mario Calabresi e il Senior Vice President Kindle di Amazon, Russ Grandinetti hanno presenziato all'incontro-premiazione indetto dal Festival Internazionale del Giornalismo, presso la Sala Raffaello dell'Hotel Brufani. Cinque le studentesse europee che hanno raccontato il futuro del giornalismo nei saggi vincitori della scholarship Amazon/IJF15. Calabresi ha lodato l'iniziativa evidenziando il fatto che si è data la possibilità ai partecipanti al contest di raccontare il futuro del giornalismo e ai vincitori di potersi confrontare e discutere su tali temi in una realtà quale quella del festival a cui partecipano giornalisti professionisti provenienti da tutto il mondo.

Le cinque vincitrici sono state selezionate tra seicento candidati che hanno inviato i propri elaborati al Premio Letterario del Festival Internazionale del Giornalismo, organizzato in collaborazione con le quattro prestigiose testate europee (La Stampa, El Pais, DWDL.de e The Guardian) che pubblicheranno i saggi vincitori.

L'inglese Rebecca Sian Wyde ha posto in risalto la trasparenza e la creatività che il giornalismo dovrebbe, a suo modo di vedere, avere come caratteristiche. Leticia Dìaz, spagnola, laureata in giornalismo sta ora studiando giurisprudenza. Nel suo elaborato Leticia vede il giornalismo del futuro con una quasi totale assenza di lettori passivi. La tedesca Theresa Lindlahr studia lettere e storia dell'arte e media, ed è membro del Parlamento Europeo Giovani.

Theresa ha messo il focus del suo pensiero nello sviluppo tecnologico e si è posta il problema di cosa fare per guadagnare e quanto questo metta in dubbio la funzione di watchdog del giornalismo. Arièle Bonte, francese, studentessa di scienze politiche, immagina un futuro basato sulle nuove tecnologie nel quale i lettori saranno i nuovi protagonisti e in cui le tecnologie avranno il ruolo di ridurre le distanze e allo stesso tempo aumentare velocità, quantità e qualità delle notizie.

L'italiana Francesca Candioli, all'ultimo anno del corso di cooperazione internazionale e tutela dei diritti umani all'Università di Bologna, nel suo saggio ha fatto emergere un diffuso pessimismo verso il futuro. Francesca ha ipotizzato un giornalismo che cambia in termini di modalità di espressione e di mezzi di comunicazione, ma alla cui base sta sempre la strenua ricerca della verità.

Secondo Francesca la veridicità dell'informazione è in pericolo in quanto molti giornalisti freelance a causa della rapidità di chiudere un pezzo richiesta dal mercato non approfondiranno più la notizia che resterà una storia non raccontata o non svelata.