Le Grandi Pianure si estendono di fronte all'Himalaia, allargandosi a entrambe le estremità per includere il fertile delta del Gange e il deserto semiarido del Rajasthan a ovest. A est del golfo del Bengala si estende l'altopiano peninsulare, noto come il Deccan. La catena montuosa occidentale è famosa per la sua straordinaria grandiosità. Un panorama di ripide valli verdeggianti si estende verso il basso a perdita d'occhio. Tutto questo ha un nome: India.
Questa terra ha sempre avuto nei secoli un suo fascino particolare, fascino legato alla sua ricca cultura, alle sue terre profumate e alle sue montagne elevatissime. Ma l'India può affascinare anche per quello che non sappiamo, o meglio, per quello che ancora non abbiamo scoperto. Una sua lingua, l'Indo.
"Forse verrebbe assegnato il premio Nobel a chi riuscisse a decifrare quello che scrissero le popolazioni dell'Indo", afferma la rivista India Today. "Insieme all'etrusco, è l'ultima scrittura dell'età del bronzo ancora da decifrare".
Una ragione per cui l'Indo ancora oggi rimane un mistero è che non è stato ancora trovato nessun manufatto bilingue che possa aiutare a decifrare il codice. I geroglifici furono decifrati dopo che gli uomini di Napoleone avevano trovato la Stele di Rosetta, con un'iscrizione in geroglifico, demotico e greco. La scrittura cuneiforme fu decifrata quando Henry Rawlinson scoprì l'iscrizione di Bisutun, che conteneva gli indizi necessari.
Al giorno d'oggi si è scoperto poco sulla scrittura delle popolazioni dell'Indo a parte che scrivevano da destra a sinistra - com'è indicato dal modo in cui sono tracciati i caratteri - e che la scrittura può essere sillabica. Quello che ci è dato di sapere è solo che questa scrittura, formata soprattutto da geroglifici, ha 419 segni. Non ci è dato dunque sapere molto sulla tecnologia, le scoperte e la storia di questo popolo.
Cosi la prossima volta che penserete all'India, o all'Asia in generale, non limitatevi ad immaginare il colore del tramonto riflesso sul Tempio d'Oro di Amritsar o all'imponenza del forte Mehrangarh. Ricordatevi che il bello di viaggiare è anche rimanere affascinati per quello che non vediamo o non conosciamo, come l'Indo.