Il suono viene prima delle canzoni, ed entrambi gli album prendono formadal sound, non solo dalle emozioni che esprimono, racconta la bassista dei Verdena, Roberta Sammarelli, parlando di "Endkadenz Vol.2", uscito a distanza di sette mesi dal Vol.1. La musica, le sonorità e lo stile di scrittura non presentano differenze sostanziali tra i due album, anche perché di fatto sono un unico disco, i cui brani provengono da un’unica sessione durata tre anni tra composizione e registrazione. La suddivisione e la scaletta dei due volumi è stata fatta solo alla fine e in maniera del tutto casuale.

Forse sarebbe stato più logico pubblicare un doppio album ma, spiega la musicista, che è stata una decisione della lorocasa discografica. "Ci hanno dettoche pubblicare un altro album doppio dopo 'Wow' sarebbe stato pretenzioso", e aggiunge "poi la lunga durata, 1 ora e 20 minuti, per i tempi in cui viviamo pare essere inaccettabile. Un disco così lungo la gente non l’ascolta, non lo capisce, è troppo pesante, ci hanno detto. Dividerlo in due è sembrata la scelta giusta e in più lascia il tempo di esser digerito pian piano".

"Endkadenz" Volume 2 va ascoltato a fondo per comprenderne le qualità

Illavoro del gruppo,spesso presente ai concerti del 1° maggio, ha richiesto tempo per nascere. Durante le prove per "Endkadenz",i musicistiuscivano un po’ scontenti, convintidi non averfatto nulla di buono, ma paradossalmente, ogni volta che riascoltavano le registrazioni trovavano sempre qualcosa di buono su cui lavorare.

Questo lavoro discograficorichiede tempo e più ascolti anche per essere compreso, i brani si sviluppano in maniera imprevedibile, sia negli arrangiamenti che seguono logiche istintuali, sia nelle melodie che prendono pieghe inaspettate. Uniti alla musica claustrofobica e noir, i testi cantati dalla voce effettata di Alberto Ferrari hanno un piglio romantico, immaginifico, a volte distruttivo.

Non sempre, però, si avverte la volontà di dover comunicare a tutti i costi. La musica dei Verdena è visionaria. Quando suonano immaginano spazi, creano immagini, ma in fondo, quel che vogliono è soltanto che la loromusica evochi qualcosa.