Ieri c'è stata l'anteprima mondiale, nell'aula Paolo VI in Vaticano, del film 'Chiamatemi Francesco' sulla vita del Papa da giovane. Su iniziativa dell'elemosineria del pontefice gli invitati alla proiezione speciale erano anche poveri e profughi.Nello studio della famosa trasmittente Rainews24 è stato ospitato il regista del film Daniele Luchetti, che ha raccontato e spiegato in breve la trama del film e ciò che ha portato lui stesso alla stesura del copione. Il regista laico ha affermato di essere rimasto sorpresodalla reazione che molte persone hanno avuto durante la visione dell'anteprima del film.

"Mi sono sentito di definire questa proiezione come una proiezione di affratellamento, anche se questo termine non è molto usato dai laici. Non mi sono sentito solamente un raccontatore ed un regista di un film, ma mi sono sentito affratellato a tutte le persone che erano presenti in sala in quel momento" sono queste le parole che ci vengono regalate dal regista durante il ricordodelle reazioni chehanno accolto la trama e le immagini che venivano proiettate "commozioni, applausi a scena aperta ed una marea di complimenti che mi hanno fatto capire quanto ciò che ho raccontato corrisponde a verità".

La nascita dell'idea

L'idea nasce dal produttore Pietro Valsecchiche è riuscito a trascinare il regista Luchetti a Buenos Aires, dove ha avuto la possibilità di incontrare persone che hanno avuto la fortuna ed il piacere di conoscere Papa Bergoglio.

"Piano piano si è composta dentro di me l'idea che questo film fosse necessario e che forse una storia molto bella da poter raccontare ad un pubblico che ha voglia di emozionarsi e di vivere una storia emozionante senza necessariamente dover essere cattolico potesse essere importante". Gli attori sono stati scelti attraverso dei sempliciprovini, nonostante in Argentina non tutti fossero contenti dell'idea di veder realizzato un film del genere.

Ma alla lettura del copione gli attori più importanti hannocambiato idea, tracui anchel'attore Rodrigo de la Serna che si è "tuffato con entusiasmo nel personaggio". Alla domanda 'cosa si aspettano le persone dal film?' lui risponde così:"Forse le persone si aspettano un santino od una specie di viaggiografia, mentre questa è la storia appassionante di un uomo che vive una vita incredibile ed alla fine di un percorso che passa attraverso sofferenze, inferni e dittature riesce a vincere ed a diventare Papa."

La speranza di Luchetti

Il regista si augura che una delle prime cose che possano essere percepitedal film "è il significato di cosa vuol dire essere vittime di un terrorismo di stato" e che una persona che spinge attraverso una grandissima fedeverso un ideale etico pacifista "riesce a trovare una strada verso cui muoversi per poter aiutare il prossimo".

Sperando che le persone sappiano che si può imparare da un percorso di questo genere, anche in altri campi. Il Bergoglio che ne esce è un uomo più politico, fino a quando la preghiera non entra a far parte della struttura della storia per far capire che il personaggio nonè "né di destra né di sinistra".