In contemporanea con l’uscita in Italia di ‘Quo Vado?’ Il film con Checco Zalone, il 1° gennaio è arrivato nelle nostre sale pure Il piccolo principe, la pellicola animata ispirata all’omonimo romanzo redatto nel 1943 dal celebre scrittore francese Antoine de Saint–Exupéry. Il presente adattamento, diretto dallo statunitense Mark Osborne, giunge anche da noi dopo aver commosso il pubblico alla 68esima edizione del Festival di Cannes. Se nella versione originale, ovvero in lingua inglese, fra i suoi doppiatori annovera attori del grosso calibro come Rachel McAdams, James Franco, Marion Cotillard, Benicio del Toro e Jeff Bridges, in quella italica prestano la propria voce volti noti del panorama cinematografico italiano quali Paola Cortellesi, Stefano Accorsi,Toni Servillo, Alessandro Siani, Alessandro Gassmann e Pif.

Recensione

Difficilmente vediamo sfornare in Europa film animati di discreta qualità. Difatti, sono solitamente le produzioni nord americane ad imporre la loro leadership entro questa specifica categoria. Certamente, “Il piccolo principe”, una pellicola di origine francese, non detronizza dal loro posto al sole le grandi major hollywoodiane; tuttavia, può essere visto come un primo passo verso un approccio più maturo e competitivo del vecchio continente sul mercato dell’animazione mondiale. “Il piccolo principe”, basandosi sull’opera letteraria di partenza, a livello narrativo è stato edificato sottoforma di un racconto racchiuso in un altro racconto, a metà strada fra la storia concepita da de Saint-Exupéry, un inedito punto di vista rispetto alle avventure del’abitante dell’asteroide B612 e un sequel del libro del 1943.

Per quanto concerne le immagini, il film è esteticamente di molto superiore alla media europea, e l’idea di aver voluto contrapporre le linee geometricamente perfette ed austere della città in cui vive la bambina assieme alla madre, con l’eccentrica e fantasiosa abitazione del vecchio aviatore è azzeccatissima al fine di comunicarci due visioni dell’esistenza diametralmente opposte.

Oltretutto, da segnalare c’è persino il fatto che nella corrente opera animata vi si alternino alle sequenze in CGI, altre realizzate in stop motion. Per l’appunto, attraverso quest’ultime ci vengono mostrate le vicende del Piccolo Principe rispettando lo stile caricaturale ed infantile dei disegni presenti nel romanzo, dandoci come l’impressione che le immagini di carta inizino a prendere vita e stiano imparando a muovere i primi passi.

Nel film, in cui si percepisce un humour americanizzato data la presenza di Osborne, la voce di Paola Cortellesi calza a pennello al personaggio della perfettina mamma in carriera, ed il profondo legame che instaurano la bambina ed il vecchio aviatore è interpretato con una forte carica emotiva rispettivamente dalla giovane Vittoria Bartolomei (nota per aver doppiato Chihiro ne “La città incantata”) e da un fuoriclasse qual è Toni Servillo.

In alcuni momenti l’intreccio narrativo si palesa un po’ farraginoso ed un bambino potrebbe non comprenderlo appieno; malgrado ciò i piccoli saranno catturati dalle immagini e dalla storia di fondo, mentre i grandi potranno chiacchierare con il fanciullo che alberga in ognuno di loro, ricordandosi che è proprio quel fanciullo il fulcro di un’anima non ancora inaridita dall’età adulta.