Ideatore del concetto di “decrescita felice”, con La decrescita prima della decrescita (Bollati Boringhieri, traduzione di Fabrizio Grillenzoni, pagine 202, euro 16) l'economista francese Serge Latouche va alla ricerca di precursori e compagni di strada, come recita il sottotitolo, delle sue idee.
Gli obiettori di crescita
Qual è stato il criterio seguito nel disegnare questo albero genealogico degli “obiettori di crescita”?
Sono partito dall'ecologia politica degli anni Sessanta, dalla critica alla società dei consumi per poi andare ai primi socialisti, quelli che Marx chiamava socialisti utopisti.
Da lì la saggezza antica, quella greca, quella latino-americana, ma anche scrittori, storici e altri autori. A poco a poco si è creata questa foresta, per usare una metafora simile a quella della domanda.
Tra i compagni di strada raccontati nel libro ci sono anche quelli che lei chiama gli Infrequentabili. Perché quest'etichetta?
Per Infrequentabili intendo quei pensatori, soprattutto francesi, che hanno criticato la modernità da un punto di vista non di Sinistra, ma di Destra, ponendosi come difensori della Tradizione, come conservatori. Tuttavia non sono Infrequentabili per questo, ma perché in alcuni casi si sono compromessi con il nazismo, come Martin Heidegger, o con il fascismo, penso a Ezra Pound.
Sembrava importante non dimenticarli, ma è difficile considerarli compagni di strada. Tra i contemporanei, penso ad Alain de Benoist e all'italiano Marco Tarchi, teorici della cosiddetta Nuova Destra.
Maestri e contemporanei
Tra tutti gli autori descritti nel volume, a chi si sente più vicino e perché?
Ai miei maestri Ivan Illich e Cornelius Castoriadis, proprio perché li ho conosciuti, incontrati, frequentati.
Le loro idee sul autonomia in senso forte e sulla democrazia diretta, radicale mi hanno molto influenzato. Avei potuto citarne anche altri, ma non avendoli incontrati quando stavo formando le mie idee non mi sembra corretto considerarli come vicini a me. Nell'Appendice al volune, infine, ho citato quei compagni di stada e colleghi che sono ancora con noi, un elenco comunque approssimativo.