Chi non conosce il pittore sfortunato Van Gogh, che in vita vendette un solo quadro e adesso un suo schizzo vale milioni di dollari? Di fatto è da considerarsi una specie di brand, metti Van Gogh e la gente accorre ad ogni cosa a cui è collegato il nome. Questo pensiero è venuto ad un'organizzazione di eventi australiana, che ha creato appositamente una mostra particolare, la Van Gogh alive- the experience. Vediamo di cosa si tratta.
Van Gogh come esperienza multimediale
Infatti, questa mostra itinerante che in questi giorni è arrivata a Roma e toccherà 25 città nel mondo, è unica nel suo genere, un'apripista nel mondo dell'arte.
Infatti se andrete al Palazzo degli Esami a Roma ve ne accorgerete: la mostra di Van Gogh è senza Van Gogh. Non ci sono quadri dell'artista ma solo proiezioni su maxischermi delle sue opere, con un mix di scritte e musiche accompagnate da un intenso buio catartico, generando negli astanti fruitori quasi una dimensione di religiosa osservazione e sensazione immergente di una rappresentazione totale della vita dell'artista sfortunato.
Grazie quindi alle scenografie e al buio catartico, questa esperienza visivo-sensoriale vi farà immergere completamente nello spirito artistico di Van Gogh, senza confusioni e schiamazzi tipici dei musei "illuminati". Il percorso interno alla mostra segue le tappe cronologiche della vita dell'artista, con continui inserimenti di frasi, scritte e lettere, accompagnando il tutto da profonde musiche di stampo classico che fanno da amplificazione alla solennità e religiosità dell'evento.
Questo tipo di esperienza è unica nel suo genere e soprattutto non genera quel fastidioso quanto lucroso sistema di scambi e trasporti di opere originali, assaporando la vera essenza delle opere dell'artista senza necessariamente averle davanti. In fondo quel che conta non è l'opera in sé, che d'altronde è solo un supporto, semmai le sensazioni che genera, cosa che a prescindere che sia reale o multimediale la rappresentazione, quelle sono sempre identiche a sé stesse.