Oggi, settantasei anni fa, a Baltimora, nasceva Frank Zappa, l'artista poliedrico per eccellenza, che ha sperimentato progressive rock, rock demenziale, blues, jazz, musica classica e tanto altro ancora. La discografia dell'artista contiene più di 70 album e, proprio per questo, nemmeno 76 anni basterebbero per riuscire a comprendere e ad apprezzare a fondo l'intera opera zappiana. A Zappa ci si avvicina piano piano, poiché è tale la grandezza del personaggio che si finisce per esserne travolti, se non si procede con attenzione. L'eredità musicale e culturale che ci rimane è immensa: tocca a noi riscoprirla e, almeno oggi, soffermarci sull'immensità del personaggio.

Chi è Frank Zappa?

Frank Zappa, figlio di un siciliano (palermitano) emigrato negli Stati Uniti, nasce il 21 dicembre 1940 e inizia a dedicarsi completamente alla musica nei primi anni Sessanta.

Nel 1966 esce Freak Out, il primo disco dei Mothers of Invention, nonché il primo concept album e il secondo album doppio della storia del rock. Frank Zappa è il cantante, il chitarrista e il compositore di tutte le canzoni del disco. L'album non viene accolto con entusiasmo dalla critica, cosa che si ripeterà spesso lungo la carriera di Zappa, ma la band inizia a farsi conoscere prima negli States e poi in Europa, dove riscuote il maggior successo.

Negli anni '70 l'artista pubblica i suoi album più popolari: nel 1974 esce Apostrophe, nel quale troviamo uno dei singoli più apprezzati dal grande pubblico "Don't Eat The Yellow Snow", che entrò nella top40 della classifica statunitense, e nel 1979 Sheik Yerbouti, con le orecchiabilissime, ma per nulla banali, "Broken Hearts Are For Assholes", "Bobby Brown Goes Down" e "Dancin' Fool".

Sempre nel 1979, esce l'opera rock Joe's Garage, un disco triplo, che tratta delle disavventure di un musicista che vive in un ipotetico mondo futuro in cui la musica è proibita. Il riferimento autobiografico è palese, la volontà di critica e di denuncia molto forte. Fin dalle prime pubblicazioni, infatti, Zappa ha problemi con le case discografiche e, ad esempio, nel 1968 il disco We're Only in It for the Money viene censurato dalla MGM Record a causa di testi ritenuti "offensivi", e le canzoni vengono tagliate senza l'autorizzazione di Zappa, che lasciò la casa discografica poco dopo.

Negli anni '80 Frank Zappa inizia una campagna contro la censura che lo porta davanti al Congresso degli Stati Uniti. L'invettiva dell'artista è rivolta soprattutto alla neonata PMRC (Parents Music Resource Center) e alla sua politica, che mira a catalogare la musica secondo il contenuto morale dei testi delle canzoni.

Zappa realizza il suo ultimo tour nel 1988, che viene registrato dal vivo nell'album Broadway Hard Way.

Colpito da un cancro alla prostata, muore il 3 dicembre 1994, a cinquantaquattro anni.

Musica e società

A più di vent'anni dalla sua morte, il messaggio polemico di Zappa verso la società e i media è più attuale che mai. I veri geni anticipano i tempi, ed è proprio per questo che ora, a ventidue anni dalla sua scomparsa, la sua opera ci sembra più comprensibile di prima, la sua follia una necessità, il suo essere "contro" un diritto.

Frank Zappa incarna l'accezione meno banale e meno stereotipata del termine "contro", un'accezione che forse oggi facciamo perfino fatica ad immaginare. Contro la chiesa, contro lo status quo, ma anche contro le droghe, contro il movimento hippie, quella di Zappa è una lucida voce fuori dal coro.

La sua vena contestataria è messa nero su bianco, ad esempio, nel pezzo Dumb all Over (You Are What You Is, 1981) in cui descrive e critica con toni molto aspri la stupidità del genere umano.

Ci sarebbe ancora molto da dire su Zappa e la sua musica, ma lasciamo parlare l'artista. In un'intervista di Ben Watson sul Mojo Magazine nel 1993, Zappa definisce così il giornalismo musicale: "Definition of rock journalism: People who can't write, doing interviews with people who can't think, in order to prepare articles for people who can't read".