Il 10 dicembre non c’era Bob Dylan. Al suo posto, comunque, non è mancato, anche se come rappresentanza del cantautore statunitense, un altro mito del rock internazionale. Il suo nome è Patty Smith, la cantante di “Because the Night”. In un primo momento, la canzone che la carismatica cantautrice di Chicago avrebbe presentato era “Like a Rolling Stone” ma poi ci sono stati dei ripensamenti. Quindi il brano eseguito è stato un "It's a Hard Rain" molto sofferto. Già dopo la prima strofa infatti la cantante ha dovuto interrompersi a causa di un probabile e importante stato emotivo.

In lacrime e con semplicità ha detto: "Scusate, sono nervosa. Posso ricominciare?".

La premiazione

Durante la rilevante e prestigiosa cerimonia, ovviamente, è stata fatta lettura delle motivazioni che hanno condotto i giurati ad attribuire a Bob Dylan il premio Nobel per la Letteratura 2016. Non solo. Anche se il premiato risultava assente, il pubblico presente nel teatro a Stoccolma lo ha omaggiato con una standing ovation che si è risolta in un lungo e caloroso applauso. Ancora, per l’occasione sono state spese sentite parole di riconoscimento nei riguardi del menestrello statunitense; per la poesia in musica di Bob Dylan c'é stata una miriade di encomi, fra i quali: “Era come l'Oracolo di Delfi che legge le evening news”.

Le difficoltà di Dylan

Ma perché Bob Dylan ha avuto, sin dal primo momento della comunicazione, considerevoli difficoltà a partecipare a uno dei premi più ambiti al mondo? Si sa, in seguito al diniego da parte del cantautore americano, ci sono state molte polemiche. Insomma, un prestigioso riconoscimento di quella portata, si è ragionato, non è compatibile con una ritrazione personale.

Quindi, proteste e indignazioni da parte di molti per una scelta sembrata incomprensibile. Tuttavia, una tesi che possa dare una spiegazione al suo incredibile diniego, forse si può trovare. Il termine ‘menestrello’ è usato da sempre ma Bob non ha mai suonato a corte di alcuno. E questo è già un dato che potrebbe portare nei pressi dell' interpretatio dylaniana.

Sicuramente Dylan non è il primo a mettere in crisi l’istituzione culturale legata al Nobel. Infatti, Jean-Paul Sartre, nel 1964, non si presentò per ricevere il Nobel per la letteratura. Lo rifiutò per ragioni politiche. I tempi cambiano e i modi pure: Bob Dylan ha probabilmente fatto anche di più: ha snobbato il Nobel. Bob, quando gli è stato comunicato di essere vincitore del Nobel, ha ringraziato. Poi, con cortesia, ha fatto sapere che il giorno designato per la cerimonia sarebbe stato occupato con altro. Ancora una volta, Dylan si è dimostrato rivoluzionario e anticonformista. D’ora in poi, sembra aver voluto far capire il ‘menestrello’ Bob Dylan, il comitato che assegna il Nobel per la letteratura non è più il consesso che detiene l’esclusiva dei criteri con cui si stabilisce chi è il più grande scrittore/scrittrice del mondo.