All’inizio del Cinquecento, tra le città italiane Firenze, poteva ben vantare un primato d’eccellenza: la contemporanea presenza di tre artisti nel cuore della città che avrebbero lasciato un’impronta straordinaria nella storia delle arti occidentali. Si tratta di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ognuno impegnato in committenze di prestigio dalla Repubblica del gonfaloniere Pier Soderini. Tre personalità d’eccellenza ma con personalità molto diverse. Leonardo si staglierà nettamente perché la definizione di semplice artista gli andrà troppo stretta in quanto anche uomo di scienza e genio universalmente riconosciuto.
Il libro e la sua prospettiva
Non si possono apprezzare i capolavori di un artista se non si entra nella vita e nelle stesse esperienze personali dell’uomo che li ha ideati, ma possiamo anche guardare le cose dalla prospettiva opposta: cosa può averci da raccontare un capolavoro dell’Arte? Questa è la prospettiva che Alberto Angela ha scelto per gli occhi della gioconda. In questo libro infatti si partirà dalla Gioconda per esplorare il mondo di Leonardo: il genio che l’ha potuta pensare, la Firenze in cui è stata partorita, dunque le abitudini e le economie della città, ma anche le incredibili macchine e invenzioni che Leonardo progettò e una selezione di opere realizzate contemporaneamente agli anni della Gioconda, così come i rapporti con i potenti.
Tutto questo analizzando ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui lo dipinse. Le mani del ritratto non sarebbero state possibili senza approfonditi e straordinari studi di anatomia, oppure c’è da considerare il fatto che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di “prospettiva aerea” ideato da Leonardo.
Il mistero della Gioconda
Un susseguirsi, dunque, di indagini avvincenti che ci conducono nella vita dell’artista, mostrandone il genio, la creatività e le relazioni, fino a giungere all’ultimo capitolo nel quale si cela persino un gran colpo di scena: che cosa sappiamo davvero della Gioconda? Chi è questa donna misteriosa? Sembra che non sia, come a lungo si è creduto, Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo.
Sulla sua identità sono state fatte diverse ipotesi alcune delle quali aprono retroscena appassionanti nelle città e nelle corti dell’epoca. Da qui anche il titolo del libro Gli occhi della Gioconda. In effetti la grande potenza di quest’opera nasce dallo sguardo. Se Monna Lisa avesse guardato altrove, come avviene in molti ritratti, forse non avrebbe avuto lo stesso fascino. Ma quegli occhi raccontano molto di più: sono una porta che ci conduce a chi realizzò questo quadro, “una personalità unica, fondamentale nella cultura del mondo e di tutti i tempi”.