Questo nuovo weekend di metà marzo si appresta a essere ricco di nuove uscite cinematografiche adatte a tutti i gusti. Un film senza dubbio da menzionare è il nuovo horror The Devil’s Candy. Quest’ultimo vedrà il proprio debutto nelle sale statunitensi il 17 marzo, dopo essere stato già presentato in numerosi eventi, come il Toronto International Film Festival e il Fantastic Fest.
La regia è affidata al cineasta australiano Sean Byrne, il quale ha precedentemente lavorato a The Loved Ones e ai cortometraggi Advantage e Ben. La produzione è della piccola compagnia indipendente Snoot Entertainment, mentre la distribuzione sarà gestita dalla IFC Midnight.
La componente narrativa
Se consideriamo la componente narrativa, la sua trama è incentrata sulle peripezie dell’artista Jesse, il quale decide di trasferirsi con la propria moglie e figlia in una zona rurale del Texas. La loro vita diventa presto insostenibile quando alcune forze demoniache iniziano improvvisamente a manifestarsi.
Inoltre, un quadro realizzato dal protagonista assume delle fattezze sataniche, dopo che si è manifestato lo spirito di Ray, il figlio dell’ex-proprietario della dimora. Presto diventa evidente che la nuova famiglia non è affatto al sicuro ed è perseguitata da alcune forze oscure e paranormali.
Un successo di critica
Nel complesso, questa pellicola ha ricevuto un ottimo riscontro dal punto di vista della critica.
Infatti, secondo il sito Rotten Tomatoes ha addirittura ricevuto il 90% di recensioni positive. Molte promozioni a pieni voti sono arrivate da diverse testate internazionali come il Globe and Mail, IndieWire e il Guardian. Alcune stroncature sono invece giunte da parte di Variety Magazine e il Now Toronto.
Globalmente, è stato giudicato come un horror indipendente capace di trasmettere forti emozioni nello spettatore.
Inoltre, è stata anche lodata l’ottima performance attoriale da parte di Ethan Embry, come anche lo stile visuale.
Per concludere, è possibile affermare che The Devil’s Candy è un prodotto decisamente originale e capace di distinguersi all’interno di un genere oramai logoro e ricco di luoghi comuni.