Fiori, spazi aperti, esplorazione. Niente lotte. Sono questi i principali aspetti che tratteggiano la figura di Ferdinando, un toro atipico o, meglio, speciale. La 20th Century Fox ha distribuito ieri il trailer del film di animazione Ferdinand, che uscirà a Natale e vedrà protagonista questo toro, che ha la voce di John Cena! La storia originaria da cui il film è tratto nasce nella mente di Munro Leaf, poco prima della sanguinosa guerra civile, una metafora contro la guerra e le arene spagnole.
Sinossi e regia
Il film racconta la storia di Ferdinando, un pacifico toro desideroso di fiori, dal cui profumo è tanto attratto.
Non è come gli altri della sua specie: lui non incorna, né ha un carattere rabbioso, ma è mite, curioso e gli piace la compagnia. Un giorno viene portato a forza in un arena per combattere: non dovrà essere violento, ma solo fingere e mostrare la sua grande forza.
Il regista, il brasiliano Carlos Saldanha, ha co-diretto il primo episodio de L’Era Glaciale (con Chris Wedge), e diretto i due successivi e la saga di Rio. Egli lavora per la casa di produzione Blue Sky Studios, dalla quale sono usciti tutti i suoi film.
Il racconto originario e il film Disney
La Storia del Toro Ferdinando, libro di Munro Leaf del 1936, ha portato all’idea del film e prima ancora al classico cortometraggio della Walt Disney Ferdinando il toro (1938); questo prodotto animato non appartiene alle Sinfonie Allegre, serie di cortometraggi Disney dal 1929 al 1938 con tanti diversi personaggi, e ha vinto l’oscar nel 1939.
Il libro per bambini di Leaf contro la guerra e la lotta nelle arene
L’autore del libro, Munro Leaf, scrisse una storia per bambini tempo prima dello scoppio della guerra civile spagnola, uno dei conflitti più distruttivi che l’Europa avesse mai visto fino a quel momento, con oltre 600.000 vittime e città devastate. Si svolse dal 1936 al 1939, e vide contrapposti social comunisti e nazi-fascisti.
La Storia del Toro Ferdinando fu al centro di una controversia politica prima della guerra: il libro era visto come simbolo di pacifismo, così fu bandito in Spagna e bruciato in segno di propaganda nella Germania Nazista. Il toro, un simbolo della Spagna, non poteva mostrarsi restio allo scontro e mite, così come la Spagna doveva preparasi alla guerra contro il nemico; niente poteva comunicare, anche in metafora, un’idea contro la guerra che potesse portare a pensare in questa direzione, perciò tutto ciò che andava contro doveva essere oscurato.
Leaf parla anche di un toro dal cuore grande che non vuole incornare e, dunque, uccidere. Le arene della corrida non sono il suoi spazi: egli vuole stare soprattutto nella natura verde, a cercare e annusare fiori. La storia va anche contro le lotte di questi spettacoli, che provocano la morte dei tori e a volte anche di persone. Sono un pericolo generale verso cui, ancora oggi, prendere serie misure.
Raccontare una storia che faccia riflettere grandi e più piccoli è uno dei modi più importanti per educare. Anche i più grandi devono essere ancora educati, perché nessuno smette di apprendere e migliorarsi. Ferdinard suggerisce di essere coinvolgente e dire molto di più di un semplice film di animazione. Lo aspettiamo a Natale.