Sicuramente vi ricorderete di loro, The Coraline che, seppur non raggiunsero il serale di X Factor, lasciarono il segno con due sole apparizioni. Le tre sorelle si esibirono, sorprendendo tutti i giudici, in particolare il 'cattivo' Manuel Agnelli, con un pezzo dei Korn e meritarono una standing ovation da brividi. Purtroppo non andò altrettanto bene la seconda audizione che, per volere di Alvaro Soler, decretò la loro uscita dal programma.

Vi presentiamo The Coraline

Il gruppo è formato da Rebecca (canto, testi, melodie, pianoforte e basso, non a caso per lei il suono del basso è il più affascinante in assoluto), Salomé che è la chitarrista del gruppo, ma si cimenta anche col violino ed Elettra, batterista e percussionista, che si innamorò dei tamburi a 12 anni, grazie a Phil Collins.

Non c'è una leader nella band e tutte cantano in base all'anima del brano. Ognuna porta un po' della propria personalità, senza schiacciare le altre, ma mescolandosi deliziosamente insieme. Tutte bellissime e non solo per un fattore estetico. La loro bellezza è nei sorrisi disarmanti di Rebecca, nell'elegante timidezza di Salomè e nella arguta fierezza di Elettra. Ma non fatevi ingannare: la loro anima è vivace e rock.

Partiamo dal nome: come mai avete scelto questo nome di ispirazione burtiana?

Lo stile di Tim Burton ci ha sempre accomunate tutte e tre, nei film, nelle musiche, nelle storie. In particolare c'era un cartone animato in stile burtiano ( ma la regia è dell'amico Henry Selick ), per l'appunto Coraline, a cui siamo particolarmente legate.

È la storia di una bambina che vive in due mondi: uno reale e uno surreale. Ed è un po' la sensazione che abbiamo noi nei confronti della musica: mentre suoniamo siamo in un mondo surreale, dove possiamo sbizzarrisci in tutto e per tutto.

Siete tre sorelle. Cosa vi ha spinto a formare un gruppo 'in famiglia'?

Abbiamo pochi anni di differenza tra noi, quindi abbiamo sempre diviso tutto: amici, vestiti....tutto!

Nelle famiglie numerose, come la nostra, è difficile che ognuno stia per i fatti suoi! Comunque all'inizio ognuna suonava il suo strumento in gruppi separati, piccole band in giro per locali. A casa però suonavamo sempre insieme: anche mamma e papà si univano a noi! La decisione di scrivere musica nostra e creare un gruppo insieme è nata tre anni fa: dobbiamo andare d'accordo per forza!

L'esperienza di X Factor

Vi abbiamo conosciute lo scorso anno ad X Factor: grande exploit, Manuel Agnelli entusiasta di voi. Sembrava decisa la vostra partecipazione ai serali, ma la volta dopo Alvaro vi elimina: cos'è successo?

È stata un'esperienza un po' improvvisata. Ci siamo svegliate una mattina e abbiamo detto: andiamo a fare i provini ad X Factor! Eravamo convinte di non passare e invece il primo provino l'abbiamo passato con successo. Diamo a questa esperienza il merito di averci dato una spinta da cui abbiamo capito anche meglio chi volevamo essere e cosa volevamo fare musicalmente parlando. Abbiamo portato una canzone dei Korn e pensavamo di non essere capite. Poteva non piacere. Abbiamo proprio pensato: ci mandano a quel paese (n.d.r.

ridono). Invece è stata una grande soddisfazione.

Cosa è successo allora nella seconda esibizione?

Sicuramente ha influito molto il fatto che abbiamo avuto alcuni problemi tecnici sul palco: non riuscivamo a sentirci. A questo aggiungi un po' di agitazione....Abbiamo urlato come pazze! Non è stata una delle nostre migliori esibizioni ma pensiamo anche che l'eliminazione da parte di Alvaro sia stata dettata dal fatto che con un gruppo come noi lui non avrebbe saputo che farci! Fedez e Arisa sono stati più comprensivi. Hanno pensato che fosse impossibile che da un giorno all'altro non sapessimo più esibirci! Comunque sia è stato un buon campo prova dove mettersi in gara e imparare tante cose, non abbiamo rancore ne rimpianti!

Avete usato qualche strategia?

Strategicamente ce la siamo giocata male, molti ci hanno detto: 'eravate piaciute in acustico, dovevate portare un altro pezzo in quello stile'. Noi invece abbiamo scelto i System of a Down perché ci danno un sacco di carica. Avevamo il sincero desiderio di piacere per quello che siamo. Magari un altro giudice, come Morgan, per esempio, ci avrebbe capito meglio, almeno da dire: tentiamo! Siamo una cosa un po' diversa rispetto alla musica che funziona adesso. La cosa più bella di questa esperienza è stata conoscere altri musicisti, chiuse 8 ore in una stanza con gente di tutta Italia. Tuttora abbiamo contatti con gruppi toscani, milanesi....

Belle e giovani, cresciute con i talent.

Pensate che sia l'unica strada per il successo?

Per noi è stata una cosa molto leggera, tipo: tentar non nuoce! La nostra vera natura ci fa fare tutto passo dopo passo. Inutile negare che, in quanto visibilità, i talent siano un mezzo molto potente. Noi con una sola puntata siamo schizzate alle stelle. Però crediamo che impongano anche una sorta di schiacciamento dell'artista. Noi ci teniamo ad arrivare con la nostra personalità, magari mettendoci più tempo. Il nostro genere non è proprio commerciale e noi lo sappiamo benissimo.

Quanto peso date all'immagine nella vostra dimensione artistica?

Noi pochissimo! Certamente essere tre sorelle e tre ragazze carine (n.d.r. lo dice timidamente, la verità è che sono tutte e tre bellissime) può averci aiutato.

Manuel Agnelli criticò in primis il nostro look! Noi con la musica vogliamo dare un messaggio, magari i nostri pezzi per qualcuno possono essere .pesanti', ma noi abbiamo urgenza di comunicare ed è difficile oggigiorno farlo senza cadere in aspetti banali.

E con i social?

Dei social se ne occupa Rebecca! Ci siamo rese conto che sono un mezzo molto potente e rapido. Ci sono lati positivi ma anche negativi, tipo che c'è il doppio della concorrenza!

Quali sono le vostre influenze?

C'è un fulcro comune che sono i Korn, i Metallica, i Queen, poi ognuna di noi, in base al proprio carattere si discosta: diciamo che messe insieme ascoltiamo tutto! Dal blues al vecchio punk, dai Pink Floyd alla musica italiana come De Andrè ...tutte e tre, comunque siamo sul 'vecchio vecchio', in qualunque stile.

Chi scrive i testi?

O Rebecca o mamma! Nostra madre, Patrizia, ha tante cose da dire e si esprime molto bene attraverso la scrittura e i testi. Anche nell'incoraggiarci ha sempre la frase giusta. Ci piace che ci sia una parte di lei nelle nostre cose.

Fino ad ora avete scritto in inglese, ora state utilizzando l' italiano: come mai?

E' il frutto di un bellissimo incontro. Noi abbiamo partecipato da poco al FIAT MUSIC con Red Ronnie al Roxy Bar. in questo contest ( che abbiamo vinto) abbiamo incontrato Fausto Mesolella (chitarrista degli Avion Travel), che è stato uno dei primi a credere in noi. E ci diceva: 'Io lo so che dietro i vostri testi in inglese c'è un grande messaggio, qualcosa di forte'.

Ci lanciò la sfida di continuare con la nostra musica usando l' italiano. Purtroppo poi Fausto è morto, e ci è dispiaciuto tantissimo.Potevamo imparare molto da una persona così bella e pura. Lui diceva di aver ricevuto tanto dalla musica e voleva solo che le persone in cui lui aveva visto della luce si muovessero intorno a lui e facessero musica. Ci presentò il cantautore Alessio Bonomo, che ha tradotto il nostro pezzo Sense of Justice in italiano: un lavoro meraviglioso! Da lì in poi abbiamo scoperto tutto un altro mondo: il suono delle parole in italiano è magico.

Vogliamo incontrare Morgan

Progetti?

Stiamo girando e facendo concerti...abbiamo qualche data fuori Roma. Poi vorremmo venire al Nord.....a Monza. Ci piacerebbe collaborare con Morgan, per esempio!

Nel senso che ci piacerebbe avere un suo parere, i suoi consigli. È un musicista che ci piace molto e staremmo ad ascoltarlo per ore. Ci mettiamo sotto la sua finestra e gli lanciamo i bigliettini....non disturbiamo! A parte tutto, noi vogliamo fare questo nella vita, ma sempre con umiltà e sappiamo che da un artista come lui potremmo imparare molto. I nostri genitori ci hanno sempre spronate a fare qualcosa che ci piaccia e che ci dia soddisfazione e a non vivere per i soldi.

Domando alle ragazze se vogliono aggiungere qualcosa alla nostra intervista. Stavo per mettere via il microfono e Rebecca mi dice: vorrei aggiungere una cosa. A volte ci sentiamo un po' incomprese, perché facciamo cose diverse dalla musica commerciale (con tutto il rispetto) su cui si punta oggi.

Ci sono momenti in cui ci scoraggiamo e pensiamo che non troveremo mai nessuno che possa capirci. Una profonda crisi era nata perché una persona ci aveva detto che il nostro progetto non era messo ben a fuoco. Allora mamma ci disse: in un mondo dove qualcuno ti dice che c'è solo una messa a fuoco, spesso ci si perde tutto ciò che rimane sfuocato. Basterebbe spostarsi un po' con l'obiettivo per scoprire quanti punti di vista esistono. Se voi non siete nel loro obiettivo, non vuol dire che non abbiate un punto dove siete perfettamente a fuoco nel mondo.

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