In occasione dell'anniversario della sua morte, 9 novembre 2016, il prestigioso Museo d'Arte Contemporanea di Montreal ospiterà dal 9 novembre al 9 aprile 2018 una mostra dedicata a Leonard Cohen con 18 opere di 40 artisti provenienti da tutto il mondo: artisti ispirati direttamente dai testi poetici, dallo stile e dai temi sempre attuali del raffinato cantautore canadese. L'evento prevede anche spettacoli tra le vie e gli edifici di Montreal: si estenderà, quindi, anche al di fuori del museo.
Leonard Cohen
"Mi sento a casa solo a Montreal": affermava Leonard Cohen.
Nato al civico 599 di Belmont Avenue nel 1934, nel quartiere ebraico di Westmount, in una villa a tre piani davanti al parc du Portugal. La Sua famiglia era ebrea, ma di origine russa e possedeva un negozio di vestiti che riuscì a garantire un'infanzia serena all'artista fino al compimento dei 9 anni, quando il padre improvvisamente mancò. Si rifugiò subito nella scrittura, unico modo per sconfiggere il dolore e per allontanare la tristezza: le sue canzoni vennero sin da subito proposte nei locali di Sainte-Catherine, nel centro della città, nei caffè, frequentati da intellettuali ed artisti, nei club notturni e nei bar. In una libreria del centro conobbe la poesia di Garcìa Lorca e si innamorò dell'Andalusia e delle sue tipiche tradizioni locali.
Con i primi risparmi riuscì ad acquistare una chitarra di seconda scelta ed a Murray Hill conobbe un giovane chitarrista spagnolo che gli insegnò i primi accordi. Solamente pochi anni fa Leonard Cohen ha dichiarato che il suo giovane insegnante, morto suicida, gli fece conoscere le note che divennero, poi, la base di tutte le sue canzoni.
Altro luogo importante per il cantautore canadese è stata l'università di McGill, dove iniziò a comporre poesie in lingua inglese, creando delle tensioni con il suo luogo d'origine, di lingua puramente francese. "Non mi sento né canadese né del Quebec. Apparterrò sempre e solo a Montreal": così rispondeva alle accuse avanzategli per non aver mai appoggiato alcun movimento.
Le sue idee politiche ed il suo modo di vivere si sono sempre dimostrati sobri e raffinati, sempre originali e mai scontati: Montreal è sempre stata accarezzata con dolcezza nelle sue canzoni e le tematiche toccate sono sempre state affrontate in punta di piedi. Nei suoi brani risuonano spesso i cori e le litanie della sua sinagoga ed aleggia sempre, nel ritmo, l'intima atmosfera dei luoghi tipici d'infanzia.