Michele Salvemini in arte “caparezza” è tornato sulla scena artistica italiana con un album che dopo poche settimane è già disco di platino: Prisoner 709. “Prisoner seven o nine” è il disco più autobiografico del cantautore pugliese.

Ho volutamente “etichettato” Caparezza come cantautore e non come rapper italiano perché basta leggere i testi dei suoi successi per capire che non sono canzonette; basti pensare a “Vieni a ballare in Puglia” vero e proprio inno alla decadenza della regione, ad “Argenti vive” in cui paragonando alla lotta Dante Alighieri e Filippo Argenti a simboleggiare il bene ed il male, Caparezza lancia un messaggio chiaro sulla società civile in ostaggio degli interessi con due versi che potrebbero tranquillamente raffigurare la nostra società governata dalla forza camuffata da esportatori di democrazia “cosa pensi tenga più a bada, rima baciata o mazza chiodata?” o nel verso della strofa conclusiva “Sono sicuro che in futuro le giovani menti /Saranno come l'Argenti e l'arte porterà il mio nome!” in cui le nuove generazioni vengono affascinate dal potere della forza rispetto a quello dell’arte.

Caparezza canta la rabbia contro il sistema

Da “la fitta sassaiola dell’ingiuria” a “fuori dal tunnel” i successi di Michele Salvemini si sono susseguiti ma il lato più esplicito degno di un V-day è quello contenuto in alcuni singoli sopra citati ed in altre canzoni come “Solo col Mic” e “ PRISONER 709” in cui l’artista denuncia il decadimento del sistema discografico italiano in cui c’è poca collaborazione tra gli artisti, come confermato da Luca Madonia durante il Taranto Rock Festival, ed in cui la major discografiche pensano agli introiti e non alla qualità della musica.

“dal fine del hi-fi al fine pena mai”.

Gli artisti sono sempre più trattati da operai della musica, alla ricerca spasmodica di un tormentone che le radio ci rifileranno nelle orecchie per intere stagioni, tradizione dell’industria discografia tutta americana che l’Italia della discografia ha fatto sua.

Anni fa si parlava della crisi del mercato discografico in cui con l’avvento del web 2.0, la major discografiche non sono riuscite ad innovarsi.

Per loro Youtube, Napster & Co. sono stati i veri assassini della musica, ma in questo singolo che ha anticipato il suo ultimo lavoro discografico Caparezza racconta della vita di un artista che ha un contratto discografico con una major.

Il messaggio è chiaro: la musica è ostaggio di poteri forti che ormai non sanno più come avere introiti se non sparando nelle orecchie attraverso i main network, radio e tv nazionali, le solite canzoni per almeno 20 volte al giorno per ogni emittente finchè l’ascoltatore medio non cambierà idea, insomma se la farà piacere.

Caparezza ospite a Sanremo 2018?

In vista del prossimo singolo in cui ci sono buone possibilità che sarà “Una chiave” e che l’album è stato pubblicato a settembre, ci sono belle probabilità che claudio baglioni possa invitare l’artista molfettese come ospite nella kermesse che vedrà il capitano alla direzione artistica del Festival di Sanremo numero 68.