La scena culturale milanese entra nel vivo, dopo l'inaugurazione della mostra di Chagall al Museo della Permanente, è la volta del Teatro Menotti di Milano la cui stagione viene aperta da "Le Bal", uno spettacolo dove non è recitata una sola battuta, musica ed espressività degli attori-ballerini sono i soli strumenti comunicativi in scena fino al 29 ottobre.

Il pubblico è testimone della storia d'Italia attraverso i balli ed i costumi dei personaggi che si alternano sulla pista da ballo. Età, caratteri ed atteggiamenti differenti che si vanno a fondere.

Siamo spettatori di come gradualmente, attraverso la musica, i personaggi perdono i freni inibitori e si esprimono, in un crescendo che porta ad una sorta di competizione danzante tra le coppie.

Assistiamo al mutare dei ritmi e dell'abbigliamento, le distanze si riducono, le movenze di fanno più audaci, così come le gonne si accorciano.

Siamo testimoni di come il ballo nella balera, un'attività sociale che permette di evadere dalla quotidianità degli anni trenta e ad auto-esprimersi, viene bruscamente interrotto dal secondo conflitto mondiale che spezza le coppie, allontanando gli uomini obbligati al fronte; la gioia della liberazione e del ricongiungimento e la disperazione per chi non è tornato.

La ricostruzione che introduce alla spensieratezza del boom economico ed alla gioia collettiva per la vittoria ai mondiali di calcio che in parte fanno dimenticare le lotte di classe, la corruzione ed il degrado di parte della società (non bisogna dimenticare che siamo negli anni di piombo...).

Con l'avvicinamento al nuovo millennio, mutano nettamente le sonorità che si fanno elettroniche e martellanti, fino all'11 settembre 2001, che segna il termine dello spettacolo con un flash back a dove tutto è iniziato.

Una colonna sonora di evergreen che chiama in causa dal Trio Lescano a Fred Bongusto, da Modugno a Mina, Renato Zero, Enrico Ruggeri, Battiato, Celentano e la Vanoni solo per citarne alcuni, a supporto di un cast dall'enorme capacità comunicativa fatta solo di gesti, mimica ed azioni, che appassiona e fa rivivere per oltre due ore (volate) i momenti fondamentali della storia recente del nostro Paese.

Stridente e poco chiaro rimane solo l'effettiva appartenenza del dramma delle Torri Gemelle.

Spettacolo da vedere e far vedere si consiglia vivamente la visione agli spettatori di ogni età, soprattutto i giovani!